Page 1152 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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poco.
Vi fece dunque nel mezzo della volta un Saturno col segno del Capricorno e
Marte ermafrodito nel segno del Leone e della Vergine et alcuni putti in
aria che volano come quei di Careggi. Vi fece poi in certe feminone grandi,
e quasi tutte ignude, la Filosofia, l'Astrologia, la Geometria, la Musica,
l'Aritmetica et una Cerere et alcune medaglie di storiette fatte con varie
tinte di colori et apropriate alle figure. Ma con tutto che questo lavoro
faticoso e stentato non molto sodisfacesse, e se pur assai, molto meno che
non s'aspettava, mostrò sua eccellenza che gli piacesse e si servì di Iacopo
in ogni occorrenza, essendo massimamente questo pittore in molta
venerazione appresso i popoli, per le molto belle e buon'opere che avea
fatto per lo passato. Avendo poi condotto il signor Duca in Fiorenza
maestro Giovanni Rosso e maestro Niccolò fiamminghi, maestri eccellenti
di panni d'arazzo, perché quell'arte si esercitasse et imparasse dai
fiorentini, ordinò che si facessero panni d'oro e di seta per la sala del
consiglio de' Dugento, con spesa di sessantamila scudi, e che Iacopo e
Bronzino facessero nei cartoni le storie di Ioseffo. Ma avendone fatte
Iacopo due, in uno de' quali è quando a Iacob è annunziata la morte di
Ioseffo e mostratogli i panni sanguinosi e nell'altro il fuggire di Ioseffo,
lasciando la veste, dalla moglie di Putifaro, non piacquero né al Duca, né a
que' maestri che gl'avevano a mettere in opera, parendo loro cosa strana e
da non dover riuscire ne' panni tessuti et in opera. E così Iacopo non
seguitò di fare più cartoni altrimenti. Ma tornando a' suoi soliti lavori, fece
un quadro di Nostra Donna che fu dal Duca donato al signor Don... che lo
portò in Ispagna. E perché sua eccellenza seguitando le vestigia de' suoi
maggiori ha sempre cercato di abellire et adornare la sua città, essendole
ciò venuto in considerazione, si risolvé di fare dipignere tutta la capella
maggiore del magnifico tempio di San Lorenzo, fatta già dal gran Cosimo
Vecchio de' Medici. Per che, datone il carico a Iacopo Puntormo, o di sua
propria volontà o per mezzo (come si disse) di Messer Pierfrancesco Ricci
maiorduomo, esso Iacopo fu molto lieto di quel favore, perciò che se bene
la grandezza dell'opera essendo egli assai bene in là con gl'anni gli dava
che pensare, e forse lo sgomentava, considerava dall'altro lato quanto
avesse il campo largo nella grandezza di tant'opera di mostrare il valore e
la virtù sua. Dicono alcuni che veggendo Iacopo essere stata allogata a sé
quell'opera, nonostante che Francesco Salviati pittore di gran nome fusse
in Firenze et avesse felicemente condotta e di pittura la sala di palazzo,
dove già era l'udienza della Signoria, ebbe a dire, che mostrarebbe come si
disegnava e dipigneva, e come si lavora in fresco, et oltre ciò, che gl'altri
pittori non erano se non persone da dozzina et altre simili parole altiere e
troppo insolenti. Ma perché io conobbi sempre Iacopo persona modesta e