Page 1147 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che si adoperò tanto, che finalmente gli fece fare in un bellissimo quadro la
ressurezzione di Lazzaro, che riuscì una delle migliori opere che mai
facesse e che mai fusse da costui mandata (fra infinite che ne mandò) al
detto re Francesco di Francia. E oltre che le teste erano bellissime, la figura
di Lazzaro, il quale ritornando in vita ripigliava i spiriti nella carne morta,
non poteva essere più maravigliosa, avendo anco il fradiciccio intorno a
gl'occhi e le carni morte affatto nell'estremità de' piedi e delle mani là dove
non era ancora lo spirito arrivato.
In un quadro d'un braccio e mezzo fece alle donne dello spedale
degl'Innocenti in uno numero infinito di figure piccole l'istoria
degl'undicimila martiri stati da Diocleziano condennati alla morte e tutti
fatti crucifiggere in un bosco, dentro al quale finse Iacopo una battaglia di
cavalli e d'ignudi molto bella et alcuni putti bellissimi, che volando in aria
aventano saette sopra i crucifissori. Similmente intorno all'imperadore che
gli condanna sono alcuni ignudi che vanno alla morte bellissimi. Il qual
quadro, che è in tutte le parti da lodare, è oggi tenuto in gran pregio da
don Vincenzio Borghini, spedalingo di quel luogo e già amicissimo di
Iacopo. Un altro quadro simile al sopra detto fece a Carlo Neroni, ma con la
battaglia de' martiri sola e l'Angelo che gli battezza, et appresso il ritratto
di esso Carlo. Ritrasse similmente nel tempo dell'assedio di Fiorenza
Francesco Guardi in abito di soldato, che fu opera bellissima, e nel
coperchio poi di questo quadro dipinse Bronzino Pigmalione che fa orazione
a Venere, perché la sua statua ricevendo lo spirito s'aviva e divenga (come
fece secondo le favole di poeti) di carne e d'ossa. In questo tempo, dopo
molte fatiche, venne fatto a Iacopo quello che egli aveva lungo tempo
disiderato: perciò che avendo sempre avuto voglia d'avere una casa che
fusse sua propria e non avere a stare a pigione, per potere abitare e vivere
a suo modo, finalmente ne comperò una nella via della Colonna, dirimpetto
alle monache di Santa Maria degl'Angeli.
Finito l'assedio, ordinò papa Clemente a Messer Ottaviano de' Medici che
facesse finire la sala del Poggio a Caiano. Per che, essendo morto il Francia
Bigio et Andrea del Sarto, ne fu data interamente la cura al Puntormo, il
quale fatti fare i palchi e le turate, cominciò a fare i cartoni; ma perciò che
se n'andava in ghiribizzi e considerazioni, non mise mai mano altrimenti
all'opera. Il che non sarebbe forse avvenuto se fusse stato in paese il
Bronzino, che allora lavorava all'imperiale luogo del duca d'Urbino vicino a
Pesero; il quale Bronzino, se bene era ogni giorno mandato a chiamare da
Iacopo, non però si poteva a sua posta partire, però che avendo fatto nel
peduccio d'una volta all'imperiale un Cupido ignudo molto bello et i cartoni
per gl'altri, ordinò il prencipe Guidobaldo, conosciuta la virtù di quel
giovane, d'essere ritratto da lui. Ma perciò che voleva essere fatto con