Page 1145 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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suo, ella riuscì veramente maravigliosa, avendo massimamente, fra coloro
che servono a quella mensa, ritratto alcuni conversi di que' frati, i quali ho
conosciuto io, in modo che non possono essere né più vivi né più pronti di
quel che sono.

Bronzino intanto, cioè mentre il suo maestro faceva le sopra dette opere
nella Certosa, seguitando animosamente i studi della pittura e tuttavia dal

Puntormo, che era de' suoi discepoli amorevole, inanimito, fece, senza aver
mai più veduto colorire a olio, in sul muro sopra la porta del chiostro che va
in chiesa, dentro sopra un arco, un S. Lorenzo ignudo in sulla grata, in
modo bello, che si cominciò a vedere alcun segno di quell'eccellenza nella

quale è poi venuto, come si dirà a suo luogo; la qual cosa a Iacopo, che già
vedeva dove quell'ingegno doveva riuscire, piacque infinitamente. Non
molto dopo, essendo tornato da Roma Lodovico di Gino Capponi, il quale
aveva compero in Santa Felicita la cappella che già i Barbadori feciono fare

a Filippo di ser Brunellesco, all'entrare in chiesa a man ritta, si risolvé di far
dipignere tutta la volta e poi farvi una tavola con ricco ornamento. Onde,
avendo ciò conferito con Messer Niccolò Vespucci cavaliere di Rodi, in quale
era suo amicissimo, il cavaliere, come quelli che era amico anco di Iacopo

e da vantaggio conosceva la virtù e valore di quel valentuomo, fece e disse
tanto, che Lodovico allogò quell'opera al Puntormo. E così, fatta una turata
che tenne chiusa quella cappella tre anni, mise mano all'opera. Nel cielo
della volta fece un Dio Padre che ha intorno quattro Patriarchi molto belli,

e nei quattro tondi degl'angoli fece i quattro Evangelisti, cioè tre ne fece di
sua mano et uno il Bronzino tutto da sé. Né tacerò con questa occasione
che non usò quasi mai il Puntormo di farsi aiutare ai suoi giovani, né lasciò
che ponessero mano in su quello che egli di sua mano intendeva di

lavorare; e quando pur voleva servirsi d'alcun di loro, massimamente
perché imparassero, gli lasciava fare il tutto da sé, come qui fece fare a
Bronzino. Nelle quali opere che in sin qui fece Iacopo in detta cappella,
parve quasi che fusse tornato alla sua maniera di prima, ma non seguitò il

medesimo nel fare la tavola, perciò che, pensando a nuove cose, la
condusse senz'ombre e con un colorito chiaro e tanto unito, che a pena si
conosce il lume dal mezzo et il mezzo da gli scuri. In questa tavola è un
Cristo morto, deposto di croce, il quale è portato alla sepoltura; èvvi la

Nostra Donna che si vien meno e l'altre Marie fatte con modo tanto diverso
dalle prime, che si vede apertamente che quel cervello andava sempre
investigando nuovi concetti e stravaganti modi di fare, non si contentando
e non si fermando in alcuno. Insomma il componimento di questa tavola è

diverso affatto dalle figure delle volte e simile il colorito, et i quattro
Evangelisti che sono nei tondi de' peducci delle volte sono molto migliori e
d'un'altra maniera. Nella facciata dove è la finestra sono due figure a
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