Page 1141 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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non voglio che si muova alcuna cosa; e se essi, i quali credono a te uomo
dappoco e vile, vogliono il re Francesco di Francia presentare, vadano e si
gli mandino, spogliandone le proprie case, gl'ornamenti e letti delle camere
loro; e se tu sei più tanto ardito che tu venghi per ciò a questa casa,
quanto rispetto si debba dai tuoi pari avere alle case de' gentiluomini, ti
farò con tuo gravissimo danno conoscere". Queste parole adunque di
madonna Margherita, moglie di Pierfrancesco Borgherini e figliuola di
Ruberto Acciaiuoli nobilissimo e prudentissimo cittadino, donna nel vero
valorosa e degna figliuola di tanto padre, col suo nobil ardire et ingegno fu
cagione che ancor si serbano queste gioie nelle lor case.
Giovanmaria Benintendi, avendo quasi ne' medesimi tempi adorna una sua
anticamera di molti quadri di mano di diversi valentuomini, si fece fare
dopo l'opera del Borgherini, da Iacopo Puntormo, stimolato dal sentirlo
infinitamente lodare, in un quadro l'adorazione de' Magi che andarono a
Cristo in Betelem. Nella quale opera, avendo Iacopo messo molto studio e
diligenza, riuscì nelle teste et in tutte l'altre parti varia, bella e d'ogni lode
dignissima. E dopo fece a Messer Goro da Pistoia, allora segretario de'
Medici, in un quadro la testa del Magnifico Cosimo vecchio de' Medici dalle
ginocchia in su, che è veramente lodevole, e questa è oggi nelle case di
Messer Ottaviano de' Medici nelle mani di Messer Alessandro suo figliuolo,
giovane, oltre la nobiltà e chiarezza del sangue, di santissimi costumi,
letterato e degno figliuolo del Magnifico Ottaviano e di madonna
Francesca, figliuola di Iacopo Salviati e zia materna del signor duca
Cosimo. Mediante quest'opera, e particolarmente questa testa di Cosimo,
fatto il Puntormo amico di Messer Ottaviano, avendosi a dipignere al
Poggio a Caiano la sala grande, gli furono date a dipignere le due teste,
dove sono gl'occhi che danno lume - cioè le finestre - dalla volta infino al
pavimento; per che Iacopo, disiderando più del solito farsi onore, sì per
rispetto del luogo e sì per la concorrenza degl'altri pittori che vi lavoravano,
si mise con tanta diligenza a studiare, che fu troppa; perciò che guastando
e rifacendo oggi quello che avea fatto ieri, si travagliava di maniera il
cervello, che era una compassione, ma tuttavia andava sempre facendo
nuovi trovati con onor suo e bellezza dell'opera. Onde, avendo a fare un
Vertunno con i suoi agricultori, fece un villano che siede con un pennato in
mano, tanto bello e ben fatto, che è cosa rarissima, come anco sono certi
putti che vi sono, oltre ogni credenza vivi e naturali. Dall'altra banda,
facendo Pomona e Diana con altre dee, le aviluppò di panni forse troppo
pienamente, nondimeno tutta l'opera è bella e molto lodata. Ma mentre
che si lavorava quest'opera, venendo a morte Leone, così rimase questa
imperfetta, come molte altre simili a Roma, a Firenze, a Loreto et in altri
luoghi; anzi povero il mondo e senza il vero mecenate degl'uomini virtuosi.