Page 1146 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1146
fresco, cioè da un lato la Vergine, dall'altro l'Agnolo che l'anunzia, ma in
modo l'una e l'altra stravolte, che si conosce, come ho detto, che la
bizzarra stravaganza di quel cervello di niuna cosa si contentava già mai. E
per potere in ciò fare a suo modo, acciò non gli fusse da niuno rotta la
testa, non volle mai, mentre fece quest'opera, che neanche il padrone
stesso la vedesse. Di maniera, che avendola fatta a suo modo, senza che
niuno de' suoi amici l'avesse potuto d'alcuna cosa avertire, ella fu
finalmente con maraviglia di tutto Firenze scoperta e veduta. Al medesimo
Lodovico fece un quadro di Nostra Donna per la sua camera della
medesima maniera, e nella testa d'una Santa Maria Madalena ritrasse una
figliuola di esso Lodovico, che era bellissima giovane. Vicino al monasterio
di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello et in sul canto d'un'altra
che saglie al poggio e va a Cercina, cioè due miglia lontano da Fiorenza,
fece in un tabernacolo a fresco un Crucifisso, la Nostra Donna che piange,
San Giovanni Evangelista, Santo Agostino e San Giuliano, le qual tutte
figure non essendo ancora sfogato quel capriccio e piacendogli la maniera
tedesca, non sono gran fatto dissimili da quelle che fece alla Certosa. Il che
fece ancora in una tavola che dipinse alle monache di Santa Anna, alla
porta a S. Friano, nella qual tavola è la Nostra Donna col Putto in collo e
Sant'Anna dietro, San Piero e San Benedetto con altri Santi, e nella
predella è una storietta di figure piccole, che rappresentano la signoria di
Firenze quando andava a processione con trombetti, pifferi, mazzieri,
comandatori e tavolaccini e col rimanente della famiglia. E questo fece
però che la detta tavola gli fu fatta fare dal capitano e famiglia di palazzo.
Mentre che Iacopo faceva quest'opera, essendo stati mandati in Firenze da
papa Clemente Settimo, sotto la custodia del legato Silvio Passerini
cardinale di Cortona, Alessandro et Ipolito de' Medici, ambi giovinetti, il
Magnifico Ottaviano, al quale il Papa gli aveva molto raccomandati, gli fece
ritrarre amendue dal Puntormo, il quale lo servì benissimo e gli fece molto
somigliare, come che non molto si partisse da quella sua maniera appresa
dalla tedesca. In quel d'Ipolito ritrasse insieme un cane molto favorito di
quel signore, chiamato Rodon, e lo fece così proprio e naturale che pare
vivissimo; ritrasse similmente il vescovo Ardinghelli che poi fu cardinale, et
a Filippo del Migliore suo amicissimo dipinse a fresco nella sua casa di via
Larga, al riscontro della porta principale in una nicchia, una femina figurata
per Pomona, nella quale parve che cominciasse a cercare di volere uscire in
parte di quella sua maniera tedesca. Ora, vedendo per molte opere
Giovambattista della Palla farsi ogni giorno più celebre il nome di Iacopo,
poiché non gl'era riuscito mandare le pitture dal medesimo e da altri state
fatte al Borgherini, al re Francesco, si risolvé, sapendo che il re n'aveva
disiderio, di mandargli a ogni modo alcuna cosa di mano del Puntormo, per