Page 1148 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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alcune arme che aspettava di Lombardia, il Bronzino fu forzato trattenersi
più che non arebbe voluto con quel prencipe e dipignergli in quel mentre
una cassa d'arpicordo, che molto piacque a quel prencipe; il ritratto del
quale finalmente fece il Bronzino, che fu bellissimo e molto piacque a quel
prencipe. Iacopo dunque scrisse tante volte e tanti mezzi adoperò, che
finalmente fece tornare il Bronzino; ma non pertanto, non si poté mai
indurre quest'uomo a fare di quest'opera altro che i cartoni, come che ne
fusse dal Magnifico Ottavio e dal duca Alessandro sollecitato. In uno de'
quali cartoni, che sono oggi per la maggior parte in casa di Lodovico
Capponi, è un Ercole che fa scoppiare Anteo, in un altro una Venere et
Adone, et in una carta una storia d'ignudi che giuocano al calcio.
In questo mezzo, avendo il signor Alfonso Davalo marchese del Guasto
ottenuto, per mezzo di fra' Niccolò della Magna, di Michelagnolo Buonarroti
un cartone d'un Cristo che appare alla Madalena nell'orto, fece ogni opera
d'avere il Puntormo, che glielo conducesse di pittura, avendogli detto il
Buonarroto che niuno poteva meglio servirlo di costui. Avendo dunque
condotta Iacopo questa opera a perfezzione, ella fu stimata pittura rara per
la grandezza del disegno di Michelagnolo e per lo colorito di Iacopo, onde
avendola veduta il signor Alessandro Vitelli, il quale era allora in Fiorenza
capitano della guardia de' soldati, si fece fare da Iacopo un quadro del
medesimo cartone, il quale mandò e fé porre nelle sue case a Città di
Castello. Veggendosi adunque quanta stima facesse Michelagnolo del
Puntormo e con quanta diligenza esso Puntormo conducesse a perfezzione
e ponesse ottimamente in pittura i disegni e cartoni di Michelagnolo, fece
tanto Bartolomeo Bettini, che il Buonarruoti suo amicissimo gli fece un
cartone d'una Venere ignuda con un Cupido che la bacia, per farla fare di
pittura al Pontormo e metterla in mezzo a una sua camera, nelle lunette
della quale aveva cominciato a fare dipignere dal Bronzino Dante, Petrarca
e Boccaccio, con animo di farvi gl'altri poeti che hanno con versi e prose
toscane cantato d'amore. Avendo dunque Iacopo avuto questo cartone, lo
condusse, come si dirà, a suo agio a perfezzione in quella maniera che sa
tutto il mondo senza che io lo lodi altrimenti. I quali disegni di
Michelagnolo furono cagione che considerando il Puntormo la maniera di
quello artefice nobilissimo, se gli destasse l'animo e si risolvesse per ogni
modo a volere secondo il suo sapere imitarla e seguitarla. Et allora
conobbe Iacopo quanto avesse mal fatto a lasciarsi uscir di mano l'opera
del Poggio a Caiano, come che egli ne incolpasse in gran parte una sua
lunga e molto fastidiosa infermità, et in ultimo la morte di papa Clemente,
che ruppe al tutto quella pratica.
Avendo Iacopo, dopo le già dette opere, ritratto di naturale in un quadro
Amerigo Antinori, giovane allora molto favorito in Fiorenza, et essendo quel