Page 1153 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che parlava d'ognuno onoratamente et in quel modo che dee fare un
costumato e virtuoso artefice, come egli era, credo che queste cose gli
fussero aposte e che non mai si lasciasse uscir di bocca sì fatti vantamenti,
che sono per lo più cose d'uomini vani e che troppo di sé presumono; con
la qual maniera di persone non ha luogo la virtù né la buona creanza. E se
io arei potuto tacere queste cose, non l'ho voluto fare; però che il
procedere come ho fatto mi pare ufficio di fedele e verace scrittore. Basta
che se bene questi ragionamenti andarono attorno, e massimamente fra
gl'artefici nostri, porto nondimeno ferma opinione che fussero parole
d'uomini maligni, essendo sempre stato Iacopo nelle sue azzioni, per quello
che appariva, modesto e costumato. Avendo egli adunque con muri, assiti
e tende turata quella capella e datosi tutto alla solitudine, la tenne per
ispazio d'undici anni in modo serrata che da lui infuori mai non vi entrò
anima vivente, né amici né nessuno. Bene è vero che disegnando alcuni
giovinetti nella sagrestia di Michelagnolo, come fanno i giovani, salirono
per le chiocciole di quella in sul tetto della chiesa e levati i tegoli e l'asse
del rosone di quelli che vi sono dorati, videro ogni cosa. Di che accortosi
Iacopo l'ebbe molto per male, ma non ne fece altra dimostrazione che di
turare con più diligenza ogni cosa, se bene dicono alcuni che egli
perseguitò molto que' giovani, e cercò di fare loro poco piacere.
Immaginandosi dunque in quest'opera di dovere avanzare tutti i pittori e
forse, per quel che si disse, Michelagnolo, fece nella parte di sopra in più
istorie la creazione di Adamo et Eva, il loro mangiare del pomo vietato e
l'essere scacciati di Paradiso, il zappare la terra, il sacrifizio d'Abel, la morte
di Caino, la benedizione del seme di Noè e quando egli disegna la pianta e
misure dell'Arca. In una poi delle facciate di sotto, ciascuna delle quali è
braccia quindici per ogni verso, fece la inondazione del Diluvio, nella quale
sono una massa di corpi morti et affogati, e Noè che parla con Dio.
Nell'altra faccia è dipinta la Ressurezione Universale de' morti, che ha da
essere nell'ultimo e novissimo giorno, con tanta e varia confusione, ch'ella
non sarà maggiore da dovero per aventura, né così viva, per modo di dire,
come l'ha dipinta il Pontormo. Dirimpetto all'altare fra le finestre, cioè nella
faccia del mezzo, da ogni banda è una fila d'ignudi che presi per mano et
aggrappatisi su per le gambe e busti l'uno dell'altro, si fanno scala per
salire in Paradiso, uscendo di terra, dove sono molti morti che
gl'accompagnano; e fanno fine da ogni banda due morti vestiti, eccetto le
gambe e le braccia, con le quali tengono due torce accese. A sommo del
mezzo della facciata, sopra le finestre fece nel mezzo in alto Cristo nella
sua maestà, il quale circondato da molti Angeli tutti nudi fa resuscitare que'
morti per giudicare. Ma io non ho mai potuto intendere la dottrina di
questa storia, se ben so che Iacopo aveva ingegno da sé e praticava con