Page 1136 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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una scritta a traverso a uso di banda, nella quale erano i loro nomi. Sopra il
sesto carro tirato da quattro paia di giovenchi vestiti riccamente era
Traiano imperatore giustissimo, dinanzi al quale, sedente sopra il carro
molto bene dipinto dal Puntormo, andavano, sopra belli e ben guerniti
cavalli, sei coppie di dottori legisti con toghe infino ai piedi e con mozzette
di vai, secondo che anticamente costumavano i dottori di vestire; i staffieri
che portavano le torce in gran numero erano scrivani, copisti e notai con
libri e scritture in mano. Dopo questi sei veniva il carro, o vero trionfo
dell'età e secol d'oro, fatto con bellissimo e ricchissimo artifizio, con molte
figure di rilievo fatte da Baccio Bandinelli, e con bellissime pitture di mano
del Puntormo, fra le quali di rilievo furono molto lodate le quattro virtù
cardinali. Nel mezzo del carro surgeva una gran palla in forma d'apamondo,
sopra la quale stava prostrato bocconi un uomo come morto, armato
d'arme tutte ruginose, il quale avendo le schiene aperte e fesse, della
fessura usciva un fanciullo tutto nudo e dorato, il quale rappresentava l'età
dell'oro resurgente e la fine di quella del ferro, della quale egli usciva e
rinasceva per la creazione di quel Pontefice. E questo medesimo significava
il broncone secco, rimettente le nuove foglie, come che alcuni dicessero
che la cosa del broncone alludeva a Lorenzo de' Medici, che fu duca
d'Urbino. Non tacerò che il putto dorato, il quale era ragazzo d'un fornaio,
per lo disagio che patì per guadagnare dieci scudi, poco appresso si morì.
La canzone che si cantava da quella mascherata, secondo che si costuma,
fu composizione del detto Iacopo Nardi, e la prima stanza diceva così:
Colui che dà le leggi alla natura,
e i varii stati, e secoli dispone,
d'ogni bene è cagione:
e il mal, quanto permette, al mondo dura:
onde questa figura,
contemplando, si vede
come con certo piede
l'un secol dopo l'altro al mondo viene
e muta il bene in male, e il male in bene.
Riportò dell'opere che fece in questa festa il Puntormo, oltre l'utile, tanta
lode che forse pochi giovani della sua età n'ebbero mai altre tanta in quella
città, onde, venendo poi esso papa Leone a Fiorenza, fu negl'apparati che
si fecero molto adoperato, perciò che accompagnatosi con Baccio da Monte