Page 1175 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI MICHELE SAN MICHELE ARCHITETTORE VERONESE



Essendo Michele San Michele nato l'anno 1484 in Verona et avendo
imparato i primi principii dell'architettura da Giovanni suo padre e da
Bartolomeo suo zio, ambi architettori eccellenti, se n'andò di sedici anni a

Roma, lasciando il padre e due suoi fratelli di bell'ingegno, l'uno de' quali,
che fu chiamato Iacomo, attese alle lettere e l'altro, detto don Camillo, fu
canonico regolare e generale di quell'Ordine; e giunto quivi studiò di
maniera le cose d'architettura antiche e con tanta diligenza, misurando e
considerando minutamente ogni cosa, che in poco tempo divenne, non

pure in Roma, ma per tutti i luoghi che sono all'intorno, nominato e
famoso. Dalla quale fama mossi, lo condussero gl'orvietani con onorati
stipendi per architettore di quel loro tanto nominato tempio. In servigio de'

quali mentre si adoperava, fu per la medesima cagione condotto a Monte
Fiascone, cioè per la fabrica del loro tempio principale, e così servendo
all'uno e l'altro di questi luoghi, fece quanto si vede in quelle due città di
buona architettura. Et noltre all'altre cose in San Domenico di Orvieto fu
fatta con suo disegno una bellissima sepoltura, credo per uno de' Petrucci

nobile sanese, la quale costò grossa somma di danari e riuscì maravigliosa.
Fece oltre ciò ne' detti luoghi infinito numero di disegni per case private e
si fece conoscere per di molto giudizio et eccellente, onde papa Clemente

pontefice Settimo, disegnando servirsi di lui nelle cose importantissime di
guerra che allora bollivano per tutta Italia, lo diede con bonissima
provisione per compagno ad Antonio San Gallo, acciò insieme andassero a
vedere tutti i luoghi di più importanza dello stato ecclesiastico e dove fusse
bisogno dessero ordine di fortificare, ma sopra tutte Parma e Piacenza, per

essere quelle due città più lontane da Roma e più vicine et esposte ai
pericoli delle guerre. La qual cosa avendo essequito Michele et Antonio con
molta sodisfazione del Pontefice, venne disiderio a Michele dopo tanti anni

di rivedere la patria et i parenti e gl'amici, ma molto più le fortezze de'
viniziani. Poi dunque che fu stato alcuni giorni in Verona, andando a Trevisi
per vedere quella fortezza e di lì a Padova pel medesimo conto, furono di
ciò avvertiti i signori viniziani e messi in sospetto non forse il San Michele
andasse a loro danno rivedendo quelle fortezze. Per che, essendo di loro

commessione stato preso in Padova e messo in carcere, fu lungamente
essaminato, ma trovandosi lui essere uomo da bene, fu da loro non pure
liberato, ma pregato che volesse con onorata provisione e grado andare al

servigio di detti signori viniziani. Ma scusandosi egli di non potere per
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