Page 1178 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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riposare abastanza, edificò Michele sopra quelli una terribile fortezza e
maravigliosa, murandola tutta di fuori alla rustica con grandissime pietre
d'Istria, che sono d'estrema durezza e reggono ai venti, al gielo et a tutti i
cattivi tempi, onde la detta fortezza, oltre all'essere maravigliosa rispetto
al sito nel quale è edificata, è anco, per bellezza di muraglia e per la
incredibile spesa, delle più stupende che oggi siano in Europa e
rappresenta la maestà e grandezza delle più famose fabriche fatte dalla
grandezza de' romani. Imperò che oltre all'altre cose, ella pare tutta fatta
d'un sasso e che intagliatosi un monte di pietra viva, se gli sia data quella
forma, cotanto sono grandi i massi di che è murata e tanto bene uniti e
commessi insieme, per non dire nulla degl'altri ornamenti, né dell'altre
cose che vi sono, essendo che non mai se ne potrebbe dir tanto che
bastasse. Dentro poi vi fece Michele una piazza con partimenti di pilastri et
archi d'ordine rustico, che sarebbe riuscita cosa rarissima se non fusse
rimasa imperfetta. Essendo questa grandissima machina condotta al
termine che si è detto, alcuni maligni et invidiosi dissero alla Signoria che
ancor che ella fusse bellissima e fatta con tutte le considerazioni, ella
sarebbe nondimeno in ogni bisogno inutile e forse anco dannosa; perciò
che nello scaricare dell'artiglieria, per la gran quantità e di quella grossezza
che il luogo richiedeva, non poteva quasi essere che non s'aprisse tutta e
rovinasse. Onde, parendo alla prudenza di que' signori che fusse ben fatto
di ciò chiarirsi, come di cosa che molto importava, fecero condurvi
grandissima quantità d'artiglieria e delle più smisurate che fussero
nell'arsenale, et empiute tutte le canoniere di sotto e di sopra e caricatole
anco più che l'ordinario, furono scaricate tutte in un tempo; onde fu tanto il
rumore, il tuono et il terremoto che si sentì, che parve che fusse rovinato il
mondo, e la fortezza con tanti fuochi pareva un Mongibello et un inferno,
ma non per tanto, rimase la fabrica nella sua medesima sodezza e
stabilità, il senato chiarissimo del molto valore del San Michele, et i maligni
scornati e senza giudizio, i quali avevano tanta paura messa in ognuno,
che le gentildonne gravide, temendo di qualche gran cosa, s'erano
allontanate da Vinezia.
Non molto dopo, essendo ritornato sotto il dominio viniziano un luogo detto
Marano di non piccola importanza ne' liti vicini a Vinezia, fu rassettato e
fortificato con ordine del San Michele con prestezza e diligenza. E quasi ne'
medesimi tempi, divolgandosi tuttavia più la fama di Michele e di Giovan
Girolamo suo nipote, furono ricerchi più volte l'uno e l'altro d'andare a stare
con l'imperatore Carlo Quinto e con Francesco re di Francia, ma eglino non
vollono mai, anco che fussero chiamati con onoratissime condizioni,
lasciare i loro proprii signori per andare a servire gli stranieri, anzi,
continuando nel loro uffizio, andavano rivedendo ogni anno e rassettando