Page 1199 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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a' piedi del palazzo la cappella del Comune, facendovi la Nostra Donna col
Figliuolo in collo sostenuta da alcuni putti, Santo Ansano, San Vettorio,
Sant'Agostino e San Iacopo; e sopra in un mezzo circolo piramidale fece un
Dio Padre con alcuni Angeli a torno; nella quale opera si vede che costui

quando la fece cominciava quasi a non aver più amore all'arte, avendo
perduto un certo che di buono che soleva avere nell'età migliori, mediante
il quale dava una certa bell'aria alle teste, che le faceva esser belle e
graziose. E che ciò sia vero, hanno altra grazia et altra maniera alcun'opere

che fece molto innanzi a questa, come si può vedere sopra la postierla in
un muro a fresco, sopra la porta del capitan Lorenzo Mariscotti, dove un
Cristo morto, che è in grembo alla madre, ha una grazia e divinità
maravigliosa. Similmente un quadro a olio di Nostra Donna, che egli

dipinse a Messer Enea Savini dalla Costerella, è molto lodato, et una tela
che fece per Assuero Rettori da S. Martino, nella quale è una Lucrezia
romana che si ferisce mentre è tenuta dal padre e dal marito, fatti con
bell'attitudini e bella grazia di teste. Finalmente vedendo Giovan Antonio la

divozione de' sanesi era tutta volta alla virtù et opere eccellenti di
Domenico Beccafumi e non avendo in Siena né casa, né entrate, et avendo
già quasi consumato ogni cosa e divenuto vecchio e povero, quasi
disperato si partì da Siena e se n'andò a Volterra. E come volle la sua

ventura, trovando quivi Messer Lorenzo di Galeotto de' Medici, gentiluomo
ricco et onorato, si cominciò a riparare appresso di lui con animo di starvi
lungamente. E così dimorando in casa di lui, fece a quel signore in una tela
il carro del sole, il quale essendo mal guidato da Faetonte cade nel Po, ma

si vede bene che fece quell'opera per suo passatempo e che la tirò di
pratica senza pensare a cosa nessuna, in modo è ordinaria da dovero e
poco considerata. Venutogli poi annoia lo stare a Volterra et in casa quel
gentiluomo, come colui che era avezo a essere libero, si partì et andossene

a Pisa, dove per mezzo di Battista del Cervelliera fece a Messer Bastiano
della Seta, Operaio del Duomo, due quadri che furono posti nella nicchia
dietro all'altare maggiore del Duomo a canto a quegli del Sogliano e del
Beccafumi. In uno è Cristo morto con la Nostra Donna e con l'altre Marie e

nell'altro il sacrifizio d'Abramo e d'Isac suo figliuolo. Ma perché questi
quadri non riuscirono molto buoni, il detto Operaio, che aveva disegnato
fargli fare alcune tavole per la chiesa, lo licenziò, conoscendo che gl'uomini
che non studiano, perduto che hanno in vecchiezza un certo che di buono

che in giovanezza avevano da natura, si rimangono con una pratica e
maniera le più volte poco da lodare. Nel medesimo tempo finì Giovan
Antonio una tavola che egli avea già cominciata a olio per Santa Maria
della Spina, facendovi la Nostra Donna col Figliuolo e Santa Caterina, e ritti

dagli lati San Giovanni, San Bastiano e San Giuseppo; nelle quali tutte
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