Page 1194 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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faceva fare quell'opera. Ma perché ad alcune di queste teste erano stati
cavati gl'occhi, altre erano state sfregiate, frate Antonio Bentivogli
bolognese le fece tutte levar via per buone cagioni. Mentre dunque che il
Mattaccio faceva queste storie, essendo andato a vestirsi lì monaco, un

gentiluomo milanese che aveva una cappa gialla con fornimenti di cordoni
neri, come si usava in quel tempo, vestito che colui fu da monaco, il
generale donò la detta cappa al Mattaccio et egli con essa indosso si
ritrasse dallo specchio in una di quelle storie dove S. Benedetto, quasi

ancor fanciullo, miracolosamente racconcia e reintegra il capisterio o vero
vassoio della sua balia, ch'ella avea rotto; et a' piè del ritratto vi fece il
corbo, una bertuccia et altri suoi animali. Finita quest'opera dipinse nel
refettorio del monasterio di Sant'Anna, luogo del medesimo Ordine e

lontano a Monte Oliveto cinque miglia, la storia de' cinque pani e due pesci
et altre figure. La qual opera fornita, se ne tornò a Siena, dove alla
postierla dipinse a fresco la facciata della casa di Messer Agostino de' Bardi
sanese, nella quale erano alcune cose lodevoli, ma per lo più sono state

consumate dall'aria e dal tempo.
In quel mentre capitando a Siena Agostin Chigi, ricchissimo e famoso

mercatante sanese, gli venne conosciuto, e per le sue pazzie e perché
aveva nome di buon dipintore, Giovan Antonio. Per che, menatolo seco a
Roma, dove allora faceva papa Giulio II dipigner nel palazzo di Vaticano le
camere papali che già aveva fatto murare papa Niccolò V, si adoperò di

maniera col Papa che anco a lui fu dato da lavorare. E perché Pietro
Perugino che dipigneva la volta d'una camera, che è allato a torre Borgia,
lavorava, come vecchio che egli era, adagio e non poteva, come era stato
ordinato da prima, metter mano ad altro, fu data a dipignere a Giovan

Antonio un'altra camera che è a canto a quella che dipigneva il Perugino.
Messovi dunque mano, fece l'ornamento di quella volta di cornici e fogliami
e fregii, e dopo in alcuni tondi grandi fece alcune storie in fresco assai
ragionevoli. Ma perciò che questo animale, attendendo alle sue bestiuole

et alle baie, non tirava il lavoro inanzi, essendo condotto Raffaello da
Urbino a Roma da Bramante architetto e dal Papa conosciuto quanto gl'altri
avanzasse, comandò Sua Santità che nelle dette camere non lavorasse più
né il Perugino né Giovan Antonio, anzi che si buttasse in terra ogni cosa.

Ma Raffaello, che era la stessa bontà e modestia, lasciò in piedi tutto
quello che avea fatto il Perugino, stato già suo maestro, e del Mattaccio
non guastò se non il ripieno e le figure de' tondi, e de' quadri lasciando le
fregiature e gl'altri ornamenti che ancor sono intorno alle figure che vi fece

Raffaello, le quali furno la Iustizia, la Cognizione delle cose, la Poesia e la
Teologia. Ma Agostino, che era galantuomo, senza aver rispetto alla
vergogna che Giovan Antonio avea ricevuto, gli diede a dipignere nel suo
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