Page 1192 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GIOVANNANTONIO DETTO IL SODDOMA DA VERZELLI

PITTORE


Se gl'uomini conoscesseno il loro stato quando la fortuna porge loro
occasione di farsi ricchi, favorendoli appresso gl'uomini grandi, e se nella

giovanezza s'affaticassino per accompagnare la virtù con la fortuna, si
vedrebbono maravigliosi effetti uscire dalle loro azzioni, là dove spesse
volte si vede il contrario avenire; perciò che, sì come è vero che chi si fida

interamente della fortuna sola resta le più volte ingannato, così è
chiarissimo, per quello che ne mostra ogni giorno la sperienza, che anco la
virtù sola non fa gran cose se non accompagnata dalla fortuna. Se
Giovannantonio da Verzelli, come ebbe buona fortuna avesse avuto, come
se avesse studiato poteva, pari virtù, non si sarebbe al fine della vita sua,

che fu sempre stratta e bestiale, condotto pazzamente nella vecchiezza a
stentare miseramente. Essendo adunque Giovannantonio condotto a Siena
da alcuni mercatanti agenti degli Spannocchi, volle la sua buona sorte, e

forse cattiva, che non trovando concorrenza per un pezzo in quella città, vi
lavorasse solo, il che se bene gli fu di qualche utile, gli fu alla fine di
danno, perciò che quasi adormentandosi, non istudiò mai, ma lavorò le più
delle sue cose per pratica; e se pur studiò un poco, fu solamente in
disegnare le cose di Iacopo dalla Fonte, ché erano in pregio, e poco altro.

Nel principio facendo molti ritratti di naturale con quella sua maniera di

colorito acceso che egli avea recato di Lombardia, fece molte amicizie in
Siena più per essere quel sangue amorevolissimo de' forestieri, che perché
fusse buon pittore. Era oltre ciò uomo allegro, licenzioso, e teneva altrui in
piacere e spasso, con vivere poco onestamente; nel che fare, però che
aveva sempre attorno fanciulli e giovani sbarbati, i quali amava fuor di

modo, si acquistò il sopranome di Soddoma, del quale, non che si
prendesse noia o sdegno, se ne gloriava, facendo sopra esso stanze e
capitoli e cantandogli in sul liuto assai commodamente. Dilettossi, oltre ciò,

d'aver per casa di più sorte stravaganti animali: tassi, scoiattoli, bertucce,
gatti mammoni, asini nani, cavalli barbari da correre palii, cavallini piccoli
dell'Elba, ghiandaie, galline nane, tortole indiane et altri sì fatti animali,
quanti gliene potevano venire alle mani, ma oltre tutte queste bestiacce
aveva un corbo che da lui aveva così bene imparato a favellare, che

contrafaceva in molte cose la voce di Giovannantonio, e particolarmente in
rispondendo a chi picchiava la porta, tanto bene che pareva
Giovannantonio stesso, come benissimo sanno tutti i sanesi. Similmente

gl'altri animali erano tanto domestichi, che sempre stavano intorno altrui
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