Page 1188 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Settimo, mentre che stette a Roma, dal cardinale Alessandro Farnese, che
fu Paulo Terzo, dal divino Michelagnolo Buonarroti, dal signor Francesco
Maria duca d'Urbino, e da infiniti gentiluomini e senatori viniziani. In
Verona fu suo amicissimo fra' Marco de' Medici, uomo di letteratura e bontà

infinita, e molti altri de' quali non accade al presente far menzione.
Ora, per non avere a tornare di qui a poco a parlare de' veronesi, con

questa occasione dei sopra detti farò in questo luogo menzione d'alcuni
pittori di quella patria che oggi vivono e sono degni di essere nominati, e
non passati in niun modo con silenzio. Il primo de' quali è Domenico del
Riccio, il quale in fresco ha fatto di chiaro scuro, et alcune cose colorite, tre

facciate nella casa di Fiorio della Seta in Verona, sopra il ponte nuovo, cioè
le tre che non rispondono sopra il ponte, essendo la casa isolata; in una
sopra il fiume sono battaglie di mostri marini; in un'altra le battaglie de'
centauri e molti fiumi; nella terza sono due quadri coloriti. Nel primo, che è

sopra la porta, è la mensa degli dei, e nell'altro, sopra il fiume, sono le
nozze finte fra il Benaco, detto il lago di Garda, e Caride, ninfa finta per
Garda, de' quali nasce il Mincio fiume, il quale veramente esce del detto
lago. Nella medesima casa è un fregio grande, dove sono alcuni trionfi

coloriti e fatti con bella pratica e maniera. In casa Messer Pellegrino Ridolfi,
pur in Verona, dipinse il medesimo la incoronazione di Carlo Quinto
imperadore, e quando dopo essere coronato in Bologna cavalca con il Papa
per la città con grandissima pompa. A olio ha dipinto la tavola principale

della chiesa, che ha novamente edificata il duca di Mantoa vicina al
castello, nella quale è la decollazione e martirio di Santa Barbara, con
molta diligenza e giudizio lavorata. E quello che mosse il Duca a far fare
quella tavola a Domenico, si fu l'aver veduta et essergli molto piaciuta la

sua maniera in una tavola, che molto prima avea fatta Domenico nel
Duomo di Mantoa, nella cappella di Santa Margherita, a concorrenza di
Paulino, che fece quella di Santo Antonio, di Paulo Farinato, che dipinse
quella di San Martino, e di Battista del Moro, che fece quella della

Madalena. I quali tutti quattro veronesi furono là condotti da Ercole
cardinale di Mantova per ornare quella chiesa da lui stata rifatta col
disegno di Giulio Romano. Altre opere ha fatto Domenico in Verona,
Vicenza, Vinezia, ma basti aver detto di queste. È costui costumato e

virtuoso artefice, perciò che oltre la pittura è ottimo musico e de' primi
dell'accademia nobilissima de' filarmonici di Verona; né sarà a lui inferiore
Felice suo figliuolo, il quale, ancor che giovane, si è mostro più che
ragionevole pittore in una tavola che ha fatto nella chiesa della Trinità,

dentro la quale è la Madonna e sei altri Santi grandi quanto il naturale. Né
è di ciò maraviglia avendo questo giovane imparato l'arte in Firenze,
dimorando in casa Bernardo Canigiani, gentiluomo fiorentino e compare di
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