Page 1185 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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d'Italia da quella parte. In questa, dico, rifece Giangirolamo i due torrioni
che guardano verso terra, facendogli molto maggiori e più forti che non
erano prima e con le canoniere e piazze scoperte che fiancheggiano la
fossa alla moderna, secondo l'invenzione del zio. Fatte poi allargare le

fosse molto più che non erano, fece abbassare un colle che essendo vicino
alla fortezza parea che la soprafacesse. Ma oltre a molte altre cose che vi
fece con molta considerazione, questa piacque estremamente, che in un
cantone della fortezza fece un luogo assai grande e forte, nel quale in

tempo d'assedio possono stare in sicuro i popoli di quell'isola, senza
pericolo di essere presi da' nemici. Per le quali opere venne Giangirolamo
in tanto credito appresso detti signori, che gli ordinarono una provisione
equale a quella del zio, non lo giudicando inferiore a lui anzi, in questa

pratica delle fortezze, superiore; il che era di somma contentezza a
Michele, il quale vedeva la propria virtù avere tanto accrescimento nel
nipote, quanto a lui toglieva la vecchiezza di poter più oltre caminare.

Ebbe Giangirolamo, oltre al gran giudizio di conoscere la qualità de' siti,
molta industria in sapergli rappresentare con disegni e modelli di rilievo,
onde faceva vedere ai suoi signori insino alle menomissime cose delle sue

fortificazioni in bellissimi modelli di legname che facea fare, la qual
diligenza piaceva loro infinitamente, vedendo essi, senza partirsi di Vinezia,
giornalmente come le cose passavano ne' più lontani luoghi di quello stato;
et a fine che meglio fussero veduti da ognuno, gli tenevano nel palazzo del

principe in luogo dove que' signori potevano vedergli a lor posta. E perché
così andasse Giangirolamo seguitando di fare, non pure gli rifacevano le
spese fatte in condurre detti modelli, ma anco molte altre cortesie.

Potette esso Giangirolamo andare a servire molti signori con grosse
provisioni, ma non volle mai partirsi dai suo' signori viniziani, anzi, per
consiglio del padre e del zio tolse moglie in Verona una nobile giovanetta

de' Fracastori con animo di sempre starsi in quelle parti, ma non essendo
anco con la sua amata sposa, chiamata madonna Ortensia, dimorato se
non pochi giorni, fu dai suoi signori chiamato a Vinezia e di lì con molta

fretta mandato in Cipri a vedere tutti i luoghi di quell'isola, con dar
commessione a tutti gli ufficiali che lo provedessino di quanto gli facesse
bisogno in ogni cosa. Arivato dunque Giangirolamo in quell'isola, in tre
mesi la girò e vide tutta diligentemente, mettendo ogni cosa in disegno e
scrittura per potere di tutto dar ragguaglio a' suoi signori. Ma mentre che

attendeva con troppa cura e sollecitudine al suo ufficio, tenendo poco
conto della sua vita negl'ardentissimi caldi che allora erano in quell'isola,
infermò d'una febre pestilente che in sei giorni gli levò la vita, se bene

dissero alcuni che egli era stato avelenato; ma comunche si fusse, morì
contento, essendo ne' servigi de' suoi signori et adoperato in cose
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