Page 1200 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1200
figure si portò molto meglio che ne' due quadri del Duomo. Dopo, non
avendo più che fare a Pisa, si condusse a Lucca, dove in San Ponziano,
luogo de' frati di Monte Oliveto, gli fece fare un abate suo conoscente una
Nostra Donna al salire di certe scale che vanno in dormentorio; la quale
finita, stracco, povero e vecchio se ne tornò a Siena, dove non visse poi
molto: perché amalato, per non avere né chi lo governasse, né di che
essere governato, se n'andò allo spedal grande e quivi finì in poche
settimane il corso di sua vita.
Tolse Giovan Antonio essendo giovane et in buon credito moglie in Siena
una fanciulla nata di bonissime genti e n'ebbe il primo anno una figliuola,
ma poi venutagli a noia, perché egli era una bestia, non la volle mai più
vedere. Onde ella ritiratasi da sé visse sempre delle sue fatiche e
dell'entrate della sua dote, portando con lunga e molta pacienza le
bestialità e le pazzie di quel suo uomo, degno veramente del nome di
Mattaccio, che gli posero come s'è detto que' padri di Monte Oliveto. Il
Riccio sanese, discepolo di Giovan Antonio e pittore assai pratico e valente,
avendo presa per moglie la figliuola del suo maestro, stata molto bene e
costumatamente dalla madre allevata, fu erede di tutte le cose del suocero
attenenti all'arte. Questo Riccio dico, il quale ha lavorato molte opere belle
e lodevoli in Siena et altrove, e nel Duomo di quella città, entrando in
chiesa a man manca, una cappella lavorata di stucchi e di pitture a fresco,
si sta oggi in Lucca, dove ha fatto e fa tuttavia molte opere belle e
lodevoli. Fu similmente creato di Giovan Antonio un giovane che si
chiamava Giomo del Soddoma, ma perché morì giovane, né potette dar se
non piccol saggio del suo ingegno e sapere, non accade dirne altro. Visse il
Soddoma anni settantacinque e morì l'anno 1554.
FINE DELLA VITA DEL SODDOMA, PITTORE