Page 1210 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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non ostante che Michelagnolo, il quale gl'era amico, avesse disegnato
servirsene nella fabrica che i romani disegnavano di fare in Campidoglio.
Tornato dunque a Firenze Aristotile l'anno 1547, nell'andare a baciar le
mani al signor duca Cosimo, pregò sua eccellenza che volesse, avendo

messo mano a molte fabriche, servirsi dell'opera sua et aiutarlo; il qual
signore, avendolo benignamente ricevuto come ha fatto sempre gli uomini
virtuosi, ordinò che gli fusse dato di provisione dieci scudi il mese, et a lui
disse che sarebbe adoperato secondo l'occorrenze che venissero; con la

quale provisione senza fare altro visse alcuni anni quietamente, e poi si
morì d'anni settanta l'anno 1551, l'ultimo dì di maggio, e fu sepolto nella
chiesa de' Servi.

Nel nostro libro sono alcuni disegni di mano d'Aristotile, et alcuni ne sono
appresso Antonio Particini, fra i quali sono alcune carte tirate in prospettiva
bellissime. Vissero ne' medesimi tempi che Aristotile e furono suoi amici,

due pittori, de' quali farò qui menzione brievemente, però che furono tali
che fra questi rari ingegni meritano d'aver luogo per alcune opere che
fecero, degne veramente d'essere lodate. L'uno fu Iacone e l'altro
Francesco Ubertini cognominato il Bacchiacca. Iacone adunque non fece

molte opere, come quegli che se n'andava in ragionamenti e baie, e si
contentò di quel poco che la sua fortuna e pigrizia gli providero, che fu
molto meno di quello che arebbe avuto di bisogno. Ma perché praticò assai
con Andrea del Sarto, disegnò benissimo e con fierezza, e fu molto bizzarro

e fantastico nella positura delle sue figure, stravolgendole e cercando di
farle variate, diferenziate dagl'altri in tutti i suoi componimenti: e nel vero
ebbe assai disegno, e quando volle imitò il buono. In Fiorenza fece molti
quadri di Nostre Donne, essendo anco giovane, che molti ne furono

mandati in Francia da mercatanti fiorentini; in Santa Lucia della via de'
Bardi fece in una tavola Dio Padre, Cristo e la Nostra Donna con altre
figure, et a Montici in sul canto della casa di Lodovico Capponi due figure di
chiaro scuro intorno a un tabernacolo; in San Romeo dipinse in una tavola

la Nostra Donna e due Santi. Sentendo poi una volta molto lodare le
facciate di Pulidoro e Maturino fatte in Roma e dove fece alcuni ritratti,
senza che niuno il sapesse, se n'andò a Roma dove stette alcuni mesi
acquistando nelle cose dell'arte in modo che riuscì poi in molte cose

ragionevole dipintore. Onde il cavaliere Buondelmonti gli diede a dipignere
di chiaro scuro una sua casa, che avea murata dirimpetto a Santa Trinita al
principio di borgo Santo Apostolo, nella quale fece Iacone istorie della vita
d'Alessandro Magno, in alcune cose molto belle e condotte con tanta grazia

e disegno, che molti credono che di tutto gli fussero fatti i disegni da
Andrea del Sarto. E per vero dire, al saggio che di sé diede Iacone in
quest'opera, si pensò che avesse a fare qualche gran frutto, ma perché
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