Page 1211 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ebbe sempre più il capo a darsi buon tempo et altre baie et a stare in cene
e feste con gl'amici che a studiare e lavorare, più tosto andò disamparando
sempre che acquistando. Ma quello che era cosa non so se degna di riso, o
di compassione, egli era d'una compagnia d'amici, o più tosto masnada,

che sotto nome di vivere alla filosofica, viveano come porci e come bestie,
non si lavavano mai né mani, né viso, né capo, né barba, non spazzavano
la casa e non rifacevano il letto se non ogni due mesi una volta,
apparecchiavano con i cartoni delle pitture le tavole e non beevano se non

al fiasco et al boccale, e questa loro meschinità e vivere, come si dice, alla
carlona, era da loro tenuta la più bella vita del mondo. Ma perché il di fuori
suole essere indizio di quello di dentro, e dimostrare quali sieno gl'animi
nostri, crederò, come s'è detto altra volta, che così fussero costoro lordi e

brutti nell'animo come di fuori apparivano.
Nella festa di San Felice in Piazza (cioè rappresentazione della Madonna

quando fu anunziata, della quale si è ragionato in altro luogo) la quale fece
la Compagnia dell'Orciuolo l'anno 1525, fece Iacone nell'apparato di fuori,
secondo che allora si costumava, un bellissimo arco trionfale, tutto isolato,
grande e doppio con otto colonne e pilastri, frontespizio molto alto, il quale

fece condurre a perfezzione da Piero da Sesto, maestro di legname molto
pratico, e dopo vi fece nove storie, parte delle quali dipinse egli, che furono
le migliori, e l'altre Francesco Ubertini Bacchiacca; le quali storie furono
tutte del Testamento Vecchio e per la maggior parte de' fatti di Moisè.

Essendo poi condotto Iacone da un frate scopetino suo parente a Cortona,
dipinse nella chiesa della Madonna, la quale è fuori della città, due tavole a
olio: in una è la Nostra Donna con San Rocco, Santo Agostino et altri Santi,
e nell'altra un Dio Padre che incorona la Nostra Donna con dua Santi da

piè, e nel mezzo è San Francesco che riceve le stimate; le qual due opere
furono molte belle. Tornatosene poi a Firenze, fece a Bongianni Caponi una
stanza in volta in Fiorenza, et al medesimo ne accomodò nella villa di
Montici alcun'altre; e finalmente, quando Iacopo Puntormo dipinse al duca

Alessandro nella villa di Careggi quella loggia di cui si è nella sua vita
favellato, gl'aiutò fare la maggior parte di quegl'ornamenti di grottesche et
altre cose, dopo le quali si adoperò in certe cose minute, delle quali non
accade far menzione. La somma è che Iacone spese il miglior tempo di sua

vita in baie, andandosene in considerazioni et in dir male di questo e di
quello, essendo in que' tempi ridotta in Fiorenza l'arte del disegno in una
compagnia di persone che più attendevano a far baie et a godere che a
lavorare, e lo studio de' quali era ragunarsi per le botteghe et in altri luoghi

e quivi malignamente e con loro gerghi attendere a biasimare l'opere
d'alcuni che erano eccellenti e vivevano civilmente e come uomini onorati.
Capi di questi erano Iacone, il Piloto orefice et il Tasso legnaiuolo, ma il
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