Page 1216 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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senz'alcun dubbio arebbe fatto cose degne del bell'ingegno suo. Ma perché
fu costretto, non so per qual accidente, tornare alla patria, nel pigliare
licenza da Raffaello gli promise, secondo che egli il consigliava, di tornare a
Roma, dove l'assicurava Raffaello che gli darebbe più che non volesse da
lavorare et in opere onorevoli. Arrivato dunque Benvenuto in Ferrara,
assettato che egli ebbe le cose e spedito la bisogna che ve l'aveva fatto
venire, si metteva in ordine per tornarsene a Roma, quando il signor
Alfonso duca di Ferrara lo mise a lavorare nel castello, in compagnia d'altri
pittori ferraresi, una cappelletta; la quale finita gli fu di nuovo interrotto il
partirsi dalla molta cortesia di Messer Antonio Costabili, gentiluomo
ferrarese di molta autorità, il quale gli diede a dipignere nella chiesa di
Santo Andrea all'altar maggiore una tavola a olio. La quale finita, fu forzato
farne un'altra in San Bertolo, convento de' monaci cistercensi, nella quale
fece l'adorazione de' Magi, che fu bella e molto lodata. Dopo ne fece
un'altra in Duomo piena di varie e molte figure, e due altre, che furono
poste nella chiesa di Santo Spirito, in una delle quali è la Vergine in aria col
Figliuolo in collo e di sotto alcun'altre figure, e nell'altra la Natività di Gesù
Cristo. Nel fare delle quali opere, ricordandosi alcuna volta d'avere lasciato
Roma, ne sentiva dolore estremo et era risoluto per ogni modo di tornarvi,
quando sopravenendo la morte di Piero suo padre, gli fu rotto ogni
disegno. Perciò che, trovandosi alle spalle una sorella da marito et un
fratello di quattordici anni e le sue cose in disordine, fu forzato a posare
l'animo et accomodarsi ad abitare la patria. E così, avendo partita la
compagnia con i Dossi, i quali avevano insino allora con esso lui lavorato,
dipinse da sé nella chiesa di San Francesco in una cappella la ressurezione
di Lazzero, piena di varie e buone figure, colorita vagamente e con
attitudini proprie e vivaci che molto gli furono comendate. In un'altra
cappella della medesima chiesa dipinse l'uccisione de' fanciulli innocenti
fatti crudelmente morire da Erode, tanto bene e con sì fiere movenze de'
soldati e d'altre figure, che fu una maraviglia. Vi sono oltre ciò molto bene
espressi nella varietà delle teste diversi affetti, come nelle madre e balie la
paura, ne' fanciulli la morte, negl'uccisori la crudeltà et altre cose molte
che piacquero infinitamente; ma egli è ben vero che in facendo
quest'opera, fece Benvenuto quello che insin allora non era mai stato usato
in Lombardia: cioè fece modelli di terra per veder meglio l'ombre et i lumi
e si servì d'un modello di figura fatto di legname, gangherato in modo che
si snodava per tutte le bande et il quale accomodava a suo modo, con
panni addosso et in varie attitudini. Ma quello che importa più, ritrasse dal
vivo e naturale ogni minuzia, come quelli che conosceva la diritta essere
imitare et osservare il naturale. Finì per la medesima chiesa la tavola d'una
cappella, et in una facciata dipinse a fresco Cristo preso dalle turbe