Page 1220 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1220
ai quali piace fare alcuna maniera e la studiano con amore, la imparino,
almeno in qualche parte, onde aviene ancora che molti divengono più
eccellenti che i loro maestri non sono stati, Girolamo prese assai della
maniera del Coreggio. Onde, tornato a Bologna, l'imitò sempre, non
studiando altro che quella e la tavola, che in quella città dicemo essere di
mano di Raffaello da Urbino. E tutti questi particolari seppi io dallo stesso
Girolamo, che fu molto mio amico, l'anno 1550 in Roma et il quale meco si
dolse più volte d'aver consumato la sua giovanezza et i migliori anni in
Ferrara e Bologna e non in Roma o altro luogo, dove averebbe fatto senza
dubbio molto maggiore acquisto.
Fece anco non piccol danno a Girolamo nelle cose dell'arte l'avere atteso
troppo a' suoi amorosi et a sonare il liuto in quel tempo che arebbe potuto
fare acquisto nella pittura. Tornato dunque a Bologna, oltre a molti altri,
ritrasse Messer Onofrio Bartolini fiorentino che allora era in quella città a
studio, et il quale fu poi arcivescovo di Pisa, la quale testa, che è oggi
appresso gli eredi di detto Messer Noferi, è molto bella e di graziosa
maniera. Lavorando in quel tempo a Bologna un maestro Biagio pittore,
cominciò costui, vedendo Girolamo venire in buon credito, a temere che
non gli passasse inanzi e gli levasse tutto il guadagno. Per che, fatto seco
amicizia con buona occasione, per ritardarlo dall'operare, gli divenne
compagno e dimestico di maniera, che cominciarono a lavorare di
compagnia e così continuarono un pezzo. La qual cosa, come fu di danno a
Girolamo nel guadagno, così gli fu parimente nelle cose dell'arte: perciò
che seguitando le pedate di maestro Biagio che lavorava di pratica e
cavava ogni cosa dai disegni di questo e di quello, non metteva anch'egli
più alcuna diligenza nelle sue pitture. Ora, avendo nel monasterio di San
Michele in Bosco, fuor di Bologna, un frate Antonio, monaco di quel luogo,
fatto un San Bastiano grande quanto il vivo, a Scaricalasino in un convento
del medesimo ordine di Monte Oliveto una tavola a olio et a Monte Oliveto
Maggiore alcune figure in fresco nella cappella dell'Orto di Santa Scolastica,
voleva l'abate Ghiaccino, che l'aveva fatto fermare quell'anno in Bologna,
che egli dipignesse la sagrestia nuova di quella lor chiesa. Ma frate
Antonio, che non si sentiva da fare sì grande opera et al quale forse non
molto piaceva durare tanta fatica, come bene spesso fanno certi di così
fatti uomini, operò di maniera, che quell'opera fu allogata a Girolamo et a
maestro Biagio, i quali la dipinsero tutta a fresco, facendo negli spartimenti
della volta alcuni putti et Angeli e nella testa, di figure grandi, la storia
della Trasfigurazione di Cristo, servendosi del disegno di quella che fece in
Roma a S. Pietro a Montorio Raffaello da Urbino, e nelle facciate feciono
alcuni Santi, nei quali è pur qualche cosa di buono. Ma Girolamo, accortosi
che lo stare in compagnia di maestro Biagio non faceva per lui, anzi, che