Page 1222 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quell'opera, l'ha oggi finita Pellegrino Pellegrini, dipintore bolognese. Ma
chi volesse far menzione di quadri particolari che Girolamo fece a molti
signori e gentiluomini, farebbe troppo maggiore di quello che è il disiderio
nostro la storia, però dico di due solamente, che sono bellissimi: da uno
dunque che n'ha il cavalier Boiardo in Parma, bello a maraviglia, di mano
del Correggio, nel quale la Nostra Donna mette una camicia indosso a
Cristo fanciulletto, ne ritrasse Girolamo uno a quello tanto simile che pare
desso veramente, et un altro ne ritrasse da uno del Parmigiano, il quale è
nella Certosa di Pavia, nella cella del vicario, così bene e con tanta
diligenza, che non si può veder minio più sottilmente lavorato et altri
infiniti lavorati con molta diligenza. E perché si dilettò Girolamo e diede
anco opera all'architettura, oltre molti disegni di fabriche che fece per
servigio di molti privati, servì in questo particolarmente Ippolito cardinale
di Ferrara, il quale avendo comperato in Roma a Monte Cavallo il giardino
che fu già del cardinale di Napoli, con molte vigne di particolari all'intorno,
condusse Girolamo a Roma, acciò lo servisse non solo nelle fabriche, ma
negl'acconcimi di legname veramente regii del detto giardino. Nel che si
portò tanto bene che ne restò ognuno stupefatto, e nel vero non so chi altri
si fusse potuto portare meglio di lui in fare di legnami (che poi sono stati
coperti di bellissime verzure) tante bell'opere e sì vagamente ridotte in
diverse forme et in diverse maniere di tempii, nei quali si veggiono oggi
accommodate le più belle e ricche statue antiche che sieno in Roma: parte
intere e parte state restaurate da Valerio Cioli scultore fiorentino e da altri.
Per le quali opere essendo in Roma venuto Girolamo in bonissimo credito,
fu dal detto cardinale suo signore, che molto l'amava, messo l'anno 1550 al
servizio di papa Giulio III, il quale lo fece architetto sopra le cose di
Belvedere, dandogli stanze in quel luogo e buona provisione. Ma perché
quel Pontefice non si poteva mai in simili cose contentare, e
massimamente quando a principio s'intendeva pochissimo del disegno e
non voleva la sera quello che gl'era piacciuto la mattina, e perché Girolamo
avea sempre a contrastare con certi architetti vecchi, ai quali parea strano
vedere un uomo nuovo e di poca fama essere stato preposto a loro, si
risolvé, conosciuta l'invidia e forse malignità di quelli, essendo anco di
natura più tosto freddo che altrimenti, a ritirarsi; e così per lo meglio se ne
tornò a Monte Cavallo al servizio del cardinale. Della qual cosa fu Girolamo
da molti lodato, essendo vita troppo disperata aver tutto il giorno e per
ogni minima cosa a star a contendere con questo e quello; e come diceva
egli, è tal volta meglio godere la quiete dell'animo con l'acqua e col pane,
che stentare nelle grandezze e negl'onori. Fatto dunque che ebbe Girolamo
al cardinale suo signore un molto bel quadro che a me, il quale il vidi,
piacque sommamente, essendo già stracco se ne tornò con esso lui a