Page 1228 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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molto bene imitato.
Cremona altresì, come si disse nella vita di Lorenzo di Credi et in altri

luoghi, ha avuto in diversi tempi uomini che hanno fatto nella pittura opere
lodatissime; e già abbiam detto che quando Boccaccino Boccacci dipigneva
la nicchia del Duomo di Cremona e per la chiesa le storie di Nostra Donna,
che Bonifazio Bembi fu buon pittore e che Altobello fece molte storie a

fresco di Gesù Cristo con molto più disegno che non sono quelle del
Boccaccino. Dopo le quali dipinse Altobello in Santo Agostino della
medesima città una cappella a fresco con graziosa e bella maniera, come si
può vedere da ognuno. In Milano in corte vecchia, cioè nel cortile o vero

piazza del palazzo, fece una figura in piedi armata all'antica, migliore di
tutte l'altre che da molti vi furono fatte quasi ne' medesimi tempi.

Morto Bonifazio, il quale lasciò imperfette nel Duomo di Cremona le dette
storie di Cristo, Giovan Antonio Licino da Pordenone, detto in Cremona de'
Sacchi, finì le dette storie state cominciate da Bonifazio, facendovi in fresco

cinque storie della Passione di Cristo, con una maniera di figure grandi,
colorito terribile e scorti che hanno forza e vivacità, le quali tutte cose
insegnarono il buon modo di dipignere ai cremonesi, e non solo in fresco,
ma a olio parimente, conciò sia che nel medesimo Duomo appoggiata a un
pilastro è una tavola a mezzo la chiesa di mano del Pordenone, bellissima.

La quale maniera imitando poi Cammillo figliuolo del Boccaccino nel fare in
San Gismondo fuori della città la cappella maggiore in fresco et altre opere,
riuscì da molto più che non era stato suo padre; ma perché fu costui largo

et alquanto agiato nel lavorare, non fece molte opere, se non piccole e di
poca importanza. Ma quegli che più imitò le buone maniere et a cui più
giovarono le concorrenze di costoro, fu Bernardo de' Gatti, cognominato di
Soiaro, di chi s'è ragionato, di Parma, il quale dicono alcuni esser stato da
Verzelli et altri cremonese; ma sia stato donde si voglia, egli dipinse una

tavola molto bella all'altare maggiore di San Piero, chiesa de' canonici
regolari e nel refettorio la storia o vero miracolo che fé Gesù Cristo de'
cinque pani e due pesci, saziando moltitudine infinita; ma egli la ritoccò

tanto a secco, ch'ell'ha poi perduta tutta la sua bellezza. Fece anco costui
in San Gismondo fuor di Cremona sotto una volta, l'Ascensione di Gesù
Cristo in cielo, che fu cosa vaga e di molto bel colorito. In Piacenza nella
chiesa di Santa Maria di Campagna, a concorrenza del Pordenone e
dirimpetto al Sant'Agostino che s'è detto, dipinse a fresco un San Giorgio

armato a cavallo che ammazza il serpente, con prontezza, movenza et
ottimo rilievo. E ciò fatto, gli fu dato a finire la tribuna di quella chiesa che
avea lasciata imperfetta il Pordenone, dove dipinse a fresco tutta la vita

della Madonna. E se bene i profeti e le sibille che vi fece il Pordenone con
alcuni putti son belli a maraviglia, si è portato nondimeno tanto bene il
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