Page 1230 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Sofonisba Angusciola cremonese con tre sue sorelle, le quali virtuosissime
giovani sono nate del signor Amilcare Angusciola e della signora Bianca
Punzona, ambe nobilissime famiglie in Cremona. Parlando dunque di essa
signora Sofonisba, della quale dicemmo alcune poche cose nella vita di
Properzia bolognese, per non saperne allora più oltre, dico aver veduto
quest'anno in Cremona di mano di lei in casa di suo padre, et in un quadro
fatto con molta diligenza, ritratte tre sue sorelle in atto di giocare a
scacchi, e con esso loro una vecchia donna di casa, con tanta diligenza e
prontezza, che paiono veramente vive e che non manchi loro altro che la
parola. In un altro quadro si vede ritratto dalla medesima Sofonisba il
signor Amilcare suo padre, che ha da un lato una figliuola di lui, sua
sorella, chiamata Minerva, che in pitture et in lettere fu rara, e dall'altro
Asdrubale figliuolo del medesimo et a loro fratello, et anche questi sono
tanto ben fatti, che pare che spirino e sieno vivissimi. In Piacenza sono di
mano della medesima in casa del signor Arcidiacono della chiesa maggiore,
due quadri bellissimi: in uno è ritratto esso signore e nell'altro Sofonisba;
l'una e l'altra delle quali figure non hanno se non a favellare. Costei
essendo poi stata condotta, come si disse di sopra, dal signor duca d'Alva
al servigio della reina di Spagna, dove si truova al presente con bonissima
provisione e molto onorata, ha fatto assai ritratti e pitture che sono cosa
maravigliosa. Dalla fama delle quali opere mosso papa Pio IIII, fece sapere
a Sofonisba che disiderava avere di sua mano il ritratto della detta
serenissima reina di Spagna. Per che, avendolo ella fatto con tutta quella
diligenza che maggiore le fu possibile, glielo mandò a presentare in Roma,
scrivendo a Sua Santità una lettera di questo preciso tenore:
"Padre Santo, dal reverendissimo Nunzio di Vostra Santità intesi ch'ella
disiderava un ritratto di mia mano della maestà della reina mia signora. E
come che io accettassi questa impresa in singolare grazia e favore, avendo
a servire alla Beatitudine Vostra, ne dimandai licenza a sua maestà, la
quale se ne contentò molto volentieri, riconoscendo in ciò la paterna
affezione che Vostra Santità le dimostra, et io con l'occasione di questo
cavaliero gliene mando. E se in questo averò sodisfatto al disiderio di
Vostra Santità, io ne riceverò infinita consolazione, non restando però di
dirle che se col pennello si potesse così rappresentare agl'occhi di Vostra
Beatitudine le bellezze dell'animo di questa serenissima reina, non potria
veder cosa più maravigliosa. Ma in quelle parti, le quali con l'arte si sono
potute figurare, non ho mancato di usare tutta quella diligenza che ho
saputo maggiore, per rappresentare alla Santità Vostra il vero. E con
questo fine, con ogni reverenza et umiltà le bacio i santissimi piedi. Di
Madrid, alli XVI di settembre 1561. Di Vostra Beatitudine umilissima serva,
Sofonisba Angosciola".