Page 1232 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dell'organo della chiesa cattedrale, è lavorata con molto studio e gran
numero di figure a tempera delle storie d'Ester e Assuero, con la
crocifissione d'Aman. E nella medesima chiesa è di sua mano all'altare di
San Michele una graziosa tavola; ma perché esso Giulio ancor vive, non

dirò al presente altro dell'opere sue. Furono cremonesi parimente Geremia
scultore, del quale facemmo menzione nella vita del Filareto, et il quale ha
fatto una grande opera di marmo in San Lorenzo, luogo de' monaci di
Monte Oliveto, e Giovanni Pedoni, che ha fatto molte cose in Cremona et in

Brescia, e particolarmente, in casa del signor Eliseo Raimondo, molte cose
che sono belle e laudabili.

In Brescia ancora sono stati e sono persone eccellentissime nelle cose del
disegno, e fra gl'altri Ieronimo Romanino ha fatte in quella città infinite
opere e la tavola che è in San Francesco all'altar maggiore che, assai
buona pittura, è di sua mano; e parimente i portegli che la chiudono, i

quali sono dipinti a tempera di dentro e di fuori. È similmente sua opera
un'altra tavola lavorata a olio, che è molto bella e vi si veggiono forte
imitate le cose naturali. Ma più valente di costui fu Alessandro Moretto, il
quale dipinse a fresco, sotto l'arco di porta Brusciata, la traslazione de'

corpi di San Faustino et Iuvita con alcune macchie di figure, che
accompagnano que' corpi molto bene. In San Nazzaro pur di Brescia fece
alcun'opere et altre in San Celso, che sono ragionevoli, et una tavola in San
Piero in Oliveto, che è molto vaga; in Milano nelle case della Zecca è di

mano del detto Alessandro in un quadro la conversione di San Paulo, et
altre teste molto naturali e molto bene abbigliati di drappi e vestimenti;
perciò che si dilettò molto costui di contrafare drappi d'oro, i quali usò di
porre con molta diligenza addosso alle figure. Le teste di mano di costui

sono vivissime e tengono della maniera di Raffaello da Urbino, e più ne
terrebbono, se non fusse da lui stato tanto lontano.

Fu genero d'Alessandro, Lattanzio Gambaro pittore bresciano, il quale
avendo imparato, come s'è detto, l'arte sotto Giulio Campo veronese, è
oggi il miglior pittore che sia in Brescia. È di sua mano ne' monaci Neri di

San Faustino la tavola dell'altar maggiore e la volta e le facce lavorate a
fresco, con altre pitture che sono in detta chiesa. Nella chiesa ancora di
San Lorenzo è di sua mano la tavola dell'altar maggiore, due storie che
sono nelle facciate e la volta, dipinte a fresco quasi tutte di maniera. Ha
dipinta ancora oltre a molte altre, la facciata della sua casa con bellissime

invenzioni, e similmente il didentro; nella qual casa, che è da San
Benedetto al Vescovado, vidi, quando fui ultimamente a Brescia, due
bellissimi ritratti di sua mano, cioè quello d'Alessandro Moretto suo

suocero, che è una bellissima testa di vecchio, e quello della figliuola di
detto Alessandro, sua moglie. E se simili a questi ritratti fussero l'altre
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