Page 1234 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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braccia trentacinque, ancor ch'ella paia molto maggiore, essendo per tutti i
versi isolata e senza alcuna stanza o altro edifizio intorno. Nel palco
adunque di questa magnifica et onoratissima sala si sono i detti due fratelli
molto adoperati e con loro grandissima lode, avendo a' cavagli di legname
che son di pezzi con spranghe di ferri i quali sono grandissimi e bene
armati, e fatto centina al tetto che è coperto di piombo, e fatto tornare il
palco con bell'artifizio a uso di volta a schifo, che è opera ricca; ma è ben
vero che in sì gran spazio non vanno se non tre quadri di pitture a olio di
braccia dieci l'uno, i quali dipigné Tiziano vecchio, dove ne sarebbono
potuti andar molti più con più bello e proporzionato e ricco spartimento,
che arebbono fatto molto più bella, ricca e lieta la detta sala, che è in tutte
l'altre parti stata fatta con molto giudizio.
Ora, essendosi in questa parte favellato insin qui degl'artefici del disegno
delle città di Lombardia, non fia se non bene, ancor che se ne sia in molti
altri luoghi di questa nostr'opera favellato, dire alcuna cosa di quelli della
città di Milano, capo di quella provincia, de' quali non si è fatta menzione.
Adunque, per cominciarmi da Bramantino, del quale si è ragionato nella
vita di Piero della Francesca dal Borgo, io truovo che egli ha molte più cose
lavorato di quelle che abbiamo raccontato di sopra; e nel vero, non mi
pareva possibile che un artefice tanto nominato et il quale mise in Milano il
buon disegno, avesse fatto sì poche opere quante quelle erano che mi
erano venute a notizia. Poi, dunque, che ebbe dipinto in Roma, come s'è
detto, per papa Nicola Quinto alcune camere e finito in Milano sopra la
porta di San Sepolcro il Cristo in iscorto, la Nostra Donna che l'ha in
grembo, la Maddalena e San Giovanni, che fu opera rarissima, dipinse nel
cortile della Zecca di Milano a fresco in una facciata la Natività di Cristo
nostro Salvatore e nella chiesa di Santa Maria di Bara, nel tramezzo, la
natività della Madonna et alcuni Profeti negli sportelli dell'organo che
scortano al di sotto in su molto bene, et una prospettiva che sfugge con
bell'ordine ottimamente; di che non mi fo maraviglia, essendosi costui
dilettato et avendo sempre molto ben posseduto le cose d'architettura.
Onde mi ricordo aver già veduto in mano di Valerio Vicentino un molto bel
libro d'antichità, disegnato e misurato di mano di Bramantino, nel quale
erano le cose di Lombardia e le piante di molti edifizii notabili, le quali io
disegnai da quel libro essendo giovinetto. Eravi il tempio di Santo
Ambrogio di Milano, fatto da' longobardi e tutto pieno di sculture e pitture
di maniera greca, con una tribuna tonda assai grande, ma non bene intesa
quanto all'architettura, il qual tempio fu poi al tempo di Bramantino rifatto
col suo disegno con un portico di pietra da un de' lati e con colonne a
tronconi a uso d'alberi tagliati che hanno del nuovo e del vario. Vi era
parimente disegnato il portico antico della chiesa di San Lorenzo della