Page 1244 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quadro si serba ancor oggi nella guardaroba di sua eccellenza. Fu Ridolfo
spedito e presto dipintore in certe cose e particolarmente in apparati di
feste; onde fece nella venuta di Carlo V imperadore a Fiorenza, in dieci
giorni, un arco al canto alla Cuculia, et un altro arco in brevissimo tempo
alla porta al Prato nella venuta dell'illustrissima signora duchessa Leonora,
come si dirà nella vita di Battista Franco. Alla Madonna di Vertigli, luogo de'
monaci di Camaldoli fuor della terra del Monte San Savino, fece Ridolfo,
avendo seco il detto Battista Franco e Michele, in un chiostretto tutte le
storie della vita di Giosef di chiaro scuro; in chiesa le tavole dell'altar
maggiore et a fresco una visitazione di Nostra Donna che è bella quanto
altra opera in fresco che mai facesse Ridolfo. Ma sopra tutto fu bellissima
figura nell'aspetto venerando del volto il San Romualdo che è al detto altar
maggiore; vi fecero anco altre pitture, ma basti avere di queste ragionato.
Dipinse Ridolfo nel palazzo del duca Cosimo nella camera verde una volta
di grottesche e nelle facciate alcuni paesi, che molto piacquero al Duca.
Finalmente invecchiato Ridolfo si viveva assai lieto avendo le figliuole
maritate e veggendo i maschi assai bene aviati nelle cose della mercatura
in Francia et in Ferrara. E se bene si trovò poi in guisa oppresso dalle
gotte, che e' stava sempre in casa o si facea portare sopra una seggiola,
nondimeno portò sempre con molta pacienza quella indisposizione et
alcune disaventure de' figliuoli. E portando così vecchio grande amore alle
cose dell'arte, voleva intendere et alcuna volta vedere quelle cose che
sentiva molto lodare di fabbriche, di pitture et altre cose simili che
giornalmente si facevano. Et un giorno che il signor Duca era fuor di
Fiorenza, fattosi portare sopra la sua seggiola in palazzo, vi desinò e stette
tutto quel giorno a guardare quel palazzo tanto avolto e rimutato da quello
che già era, che egli non lo riconosceva; e la sera nel partirsi disse: "Io
moro contento però che potrò portar nuova di là ai nostri artefici d'avere
veduto risuscitare un morto, un brutto divenir bello et un vecchio
ringiovenito".
Visse Ridolfo anni settantacinque e morì l'anno 1560, e fu sepolto, dove i
suoi maggiori, in Santa Maria Novella. E Michele suo creato, il quale come
ho detto, non è chiamato altrimenti che Michele di Ridolfo, ha fatto dopo
che Ridolfo lasciò l'arte, tre grandi archi a fresco sopra alcune porte della
città di Firenze, a S. Gallo la Nostra Donna, S. Giovanni Battista e San
Cosimo, che son fatte con bellissima pratica; alla porta al Prato altre figure
simili, et alla porta alla Croce la Nostra Donna, S. Giovanni Battista e Santo
Ambrogio, e tavole e quadri senza fine, fatti con buona pratica. Et io per la
sua bontà e sufficienza l'ho adoperato più volte, insieme con altri,
nell'opere di palazzo, con mia molta sodisfazione e d'ognuno; ma quello
che in lui mi piace sommamente, oltre all'essere egli veramente uomo da