Page 1270 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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volte et in quanti modi altri vuole, senza rispetto niuno.
Imparò Giovanfrancesco da Lionardo molte cose, ma particolarmente a fare

cavalli, de' quali si dilettò tanto, che ne fece di terra, di cera e di tondo e
basso rilievo in quante maniere possono imaginarsi, et alcuni se ne
veggiono nel nostro libro tanto bene disegnati, che fanno fede della virtù e
sapere di Giovanfrancesco, il quale seppe anco maneggiare i colori e fece

alcune pitture ragionevoli, ancor che la sua principale professione fusse la
scultura. E perché abitò un tempo nella via de' Martegli, fu amicissimo di
tutti gl'uomini di quella famiglia, che ha sempre avuto uomini virtuosissimi
e di valore, e particolarmente di Piero, al quale fece (come a suo più

intrinseco) alcune figurette di tondo rilievo, e fra l'altre una Nostra Donna
col Figlio in collo a sedere sopra certe nuvole piene di Cherubini, simile alla
quale ne dipinse poi col tempo un'altra in un gran quadro a olio, con una
ghirlanda di Cherubini che intorno alla testa le fa diadema. Essendo poi

tornata in Fiorenza la famiglia de' Medici, il Rustico si fece conoscere al
cardinale Giovanni per creatura di Lorenzo suo padre e fu ricevuto con
molte carezze, ma perché i modi della corte non gli piacevano et erano
contrarii alla sua natura tutta sincera e quieta e non piena d'invidia et

ambizione, si volle star sempre da sé e far vita quasi da filosofo, godendosi
una tranquilla pace e riposo. E quando pure alcuna volta volea ricrearsi o si
trovava con suoi amici dell'arte, o con alcuni cittadini suoi dimestici, non
restando per questo di lavorare quando voglia gliene veniva o glien'era

porta occasione. Onde nella venuta l'anno millecinquecento e quindici di
papa Leone a Fiorenza, a richiesta d'Andrea del Sarto, suo amicissimo, fece
alcune statue che furono tenute bellissime, le quali, perché piacquero a
Giulio cardinale de' Medici, furono cagione che gli fece fare, sopra il

finimento della fontana che è nel cortile grande del palazzo de' Medici, il
Mercurio di bronzo alto circa un braccio, che è nudo sopra una palla, in atto
di volare, al quale mise fra le mani un instrumento che è fatto, dall'acqua
che egli versa in alto, girare; imperò che, essendo bucata una gamba,

passa la canna per quella e per il torso onde, giunta l'acqua alla bocca
della figura, percuote in quello strumento bilicato con quattro piastre sottili
saldate a uso di farfalla e lo fa girare. Questa figura dico, per cosa piccola,
fu molto lodata.

Non molto dopo fece Giovanfrancesco per lo medesimo cardinale il modello
per fare un Davit di bronzo simile a quello di Donato fatto al Magnifico

Cosimo Vecchio, come s'è detto, per metterlo nel primo cortile, onde era
stato levato quello. Il quale modello piacque assai, ma per una certa
lunghezza di Giovanfrancesco non si gettò mai di bronzo, onde vi fu messo

l'Orfeo di marmo del Bandinello; et il Davit di terra fatto dal Rustico, che
era cosa rarissima, andò male, che fu grandissimo danno. Fece
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