Page 1273 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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del medesimo è appresso gli eredi del già detto Piero Martelli, a cui la
diede. In un quadretto dipinse una caccia piena di diversi animali, che è
molto bizzarra e vaga pittura, la quale ha oggi Lorenzo Borghini, che la tien
cara come quegli che molto si diletta delle cose delle nostre arti. Lavorò di
mezzo rilievo di terra per le monache di San Luca in via di San Gallo un
Cristo nell'orto che appare a Maria Madalena, il quale fu poi invetriato da
Giovanni della Robbia e posto a un altare nella chiesa delle dette suore
dentro a un ornamento di macigno. A Iacopo Salviati il vecchio, del quale
fu amicissimo, fece in un suo palazzo sopra al ponte alla badia un tondo di
marmo bellissimo per la cappella, dentrovi una Nostra Donna, et intorno al
cortile molti tondi pieni di figure di terra cotta, con altri ornamenti
bellissimi, che furono la maggior parte, anzi quasi tutti, rovinati dai soldati
l'anno dell'assedio e messo fuoco nel palazzo dalla parte contraria a'
Medici. E perché aveva Giovanfrancesco grande affezzione a questo luogo,
si partiva per andarvi alcuna volta a Firenze così in lucco, et uscito dalla
città se lo metteva in ispalla e pian piano, fantasticando, se n'andava tutto
solo insin lassù; et una volta fra l'altre, essendo per questa gita e
facendogli caldo, nascose il lucco in una macchia fra certi pruni e
condottosi al palazzo vi stette due giorni prima che se ne ricordasse;
finalmente mandando un suo uomo a cercarlo, quando vide colui averlo
trovato, disse: "Il mondo è troppo buono, durerà poco". Era uomo
Giovanfrancesco di somma bontà et amorevolissimo de' poveri, onde non
lasciava mai partire da sé niuno sconsolato, anzi tenendo i danari in un
paniere, o pochi o assai che n'avesse, ne dava secondo il poter suo a
chiunche gliene chiedeva; per che, veggendolo un povero, che spesso
andava a lui per la limosina, andar sempre a quel paniere, disse, pensando
non essere udito: "O Dio, se io avessi in camera quello che è dentro a quel
paniere, acconcerei pure i fatti miei". Giovanfrancesco, udendolo, poi che
l'ebbe alquanto guardato fiso, disse: "Vien qua, i' vo' contentarti". E così,
votatogli in un lembo della cappa il paniere, disse: "Va, che sii benedetto".
E poco appresso mandò a Niccolò Buoni suo amicissimo, il quale faceva
tutti i fatti suoi, per danari; il quale Niccolò, che teneva conto di sue ricolte
de' danari di monte e vendeva le robe a' tempi, aveva per costume,
secondo che esso Rustico voleva, dargli ogni settimana tanti danari, i quali
tenendo poi Giovanfrancesco nella cassetta del calamaio senza chiave, ne
toglieva di mano in mano chi voleva, per spendergli ne' bisogni di casa
secondo che occorreva.
Ma tornando alle sue opere, fece Giovanfrancesco un bellissimo Crucifisso
di legno grande quanto il vivo per mandarlo in Francia, ma rimase a Niccolò
Buoni insieme con altre cose di bassi rilievi e disegni che son oggi appresso
di lui, quando disegnò partirsi di Firenze, parendogli che la stanza non