Page 1278 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ragunati gli uomini della Cazzuola dinanzi al loro signore, gli pregò che
volessino accompagnarla all'inferno, alla quale dimanda dopo molte
dispute essi acconsentendo, le andarono dietro. E così entrati in una stanza
alquanto oscura, videro in cambio d'una porta una grandissima bocca di
serpente, la cui testa teneva tutta la facciata; alla quale porta d'intorno
accostandosi tutti, mentre Cerbero abaiava, dimandò Cerere se là entro
fusse la perduta figliuola, et essendole risposto di sì, ella soggiunse che
disiderava di riaverla. Ma avendo risposto Plutone non voler renderla et
invitatale con tutta la Compagnia alla nozze che s'apparecchiavano, fu
accettato l'invito; per che, entrati tutti per quella bocca piena di denti, che
essendo gangherata s'apriva a ciascuna coppia d'uomini che entrava e poi
si chiudeva, si trovarono in ultimo in una gran stanza di forma tonda, la
quale non aveva altro che un assai piccolo lumicino nel mezzo, il quale sì
poco risplendeva, che a fatica si scorgevano. Quivi essendo da un
bruttissimo diavolo, che era nel mezzo con un forcone, messi a sedere
dove erano le tavole apparecchiate di nero, comandò Plutone che per
onore di quelle sue nozze cessassero, per insino a che quivi dimoravano, le
pene dell'inferno; e così fu fatto. E perché erano in quella stanza tutte
dipinte le bolgie del regno de' dannati e le loro pene e tormenti, dato fuoco
a uno stopino in un baleno fu acceso a ciascuna bolgia un lume che
mostrava nella sua pittura in che modo e con quali pene fussero quelli che
erano in essa tormentati. Le vivande di quella infernal cena furono tutti
animali schifi e bruttissimi in apparenza, ma però dentro, sotto la forma del
pasticcio e coperta abominevole, erano cibi delicatissimi e di più sorti. La
scorza dico, et il difuori mostrava che fussero serpenti, biscie, ramarri,
lucertole, tarantole, botte, ranocchi, scorpioni, pipistrelli et altri simili
animali, et il didentro era composizione d'ottime vivande. E queste furono
poste in tavola con una pala, e dinanzi a ciascuno e con ordine, dal diavolo
che era nel mezzo, un compagno del quale mesceva con un corno di vetro,
ma di fuori brutto e spiacevole, preziosi vini in coreggiuoli da fondere
invetriati, che servivano per bicchieri. Finite queste prime vivande, che
furono quasi un antipasto, furono messe per frutte, fingendo che la cena
(affatica non cominciata) fusse finita, in cambio di frutte e confezzioni, ossa
di morti giù giù per tutta la tavola, le quali frutte e reliquie erano di
zucchero. Ciò fatto, comandando Plutone, che disse voler andare a
riposarsi con Proserpina sua, che le pene tornassero a tormentare i
dannati, furono da certi venti in un attimo spenti tutti i già detti lumi et
uditi infiniti romori, grida e voci orribili e spaventose e fu veduta nel mezzo
di quelle tenebre, con un lumicino, l'imagine del Baia bombardiere, che era
uno de' circostanti, come s'è detto, condannato da Plutone all'inferno, per
avere nelle sue girandole e machine di fuoco avuto sempre per suggetto et