Page 1279 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1279
invenzione i sette peccati mortali e cose d'inferno. Mentre che a vedere ciò
et a udire diverse lamentevoli voci s'attendeva, fu levato via il doloroso e
funesto apparato, e venendo i lumi, veduto in cambio di quello un
apparecchio reale e ricchissimo e con orrevoli serventi che portarono il
rimanente della cena, che fu magnifica et onorata; al fine della quale
venendo una nave piena di varie confezioni, i padroni di quella, mostrando
di levar mercanzie, condussero a poco a poco gl'uomini della Compagnia
nelle stanze di sopra, dove essendo una scena et apparato ricchissimo, fu
recitata una comedia intitolata Filogenia, che fu molto lodata; e quella
finita all'alba ognuno si tornò lietissimo a casa.
In capo a due anni, toccando dopo molte feste e comedie al medesimo a
essere un'altra volta signore, per tassare alcuni della Compagnia che
troppo avevano speso in certe feste e conviti (per essere mangiati, come si
dice, vivi) fece ordinare il convito suo in questa maniera. All'Aia, dove
erano soliti ragunarsi, furono primieramente fuori della porta nella facciata,
dipinte alcune figure di quelle che ordinariamente si fanno nelle facciate e
ne' portici degli spedali, cioè lo spedalingo che in atti tutti pieni di carità
invita e riceve i poveri e peregrini; la quale pittura scopertasi la sera della
festa al tardi, cominciarono a comparire gl'uomini della Compagnia, i quali
bussando, poi che all'entrare erano dallo spedalingo stati ricevuti,
pervenivano a una gran stanza acconcia a uso di spedale con le sue letta
dagli lati et altre cose simiglianti; nel mezzo della quale dintorno a un gran
fuoco erano vestiti a uso di poltronieri, furfanti e poveracci, il Bientina,
Battista dell'Ottonaio, il Barlacchi, il Baia et altri così fatti uomini piacevoli,
i quali fingendo di non esser veduti da coloro che di mano in mano
entravano e facevano cerchio e discorrendo sopra gl'uomini della
Compagnia e sopra loro stessi, dicevano le più ladre cose del mondo di
coloro che avevano gettato via il loro e speso in cene et in feste troppo più
che non conviene. Il quale discorso finito, poi che si videro esser giunti tutti
quelli che vi avevono a essere, venne santo Andrea loro avvocato, il quale,
cavandogli dello spedale, gli condusse in un'altra stanza magnificamente
apparecchiata, dove messi a tavola, cenarono allegramente, e dopo il
santo comandò loro piacevolmente che per non soprabondare in spese
superflue et avere a stare lontano dagli spedali, si contentassero d'una
festa l'anno, principale e solenne, e si partì. Et essi l'ubidirono facendo per
ispazio di molti anni ogni anno una bellissima cena e comedia, onde
recitarono in diversi tempi, come si disse nella vita d'Aristotile da San
Gallo, la Calandra di Messer Bernardo cardinale di Bibbiena, i Suppositi e la
Cassaria dell'Ariosto, e la Clizia e Mandragola del Machiavello, con altre
molte.
Francesco e Domenico Rucellai nella festa che toccò a far loro quando