Page 1350 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fratello, il quale si contentano i padroni dell'opera che dia a quelle fine
come farà, e nel vero non sarà Federigo meno erede della virtù di Taddeo
che delle facultà. Fu da Federigo data sepoltura a Taddeo nella Ritonda di
Roma, vicino al tabernacolo dove è sepolto Raffaello da Urbino del

medesimo stato, e certo sta bene l'uno a canto all'altro, perciò che sì come
Raffaello d'anni trentasette e nel medesimo dì che era nato morì, cioè il
venerdì santo, così Taddeo nacque a dì primo di settembre 1529 e morì alli
due dello stesso mese, l'anno 1566. È d'animo Federigo, se gli fia

conceduto, restaurare l'altro tabernacolo pure nella Ritonda e fare qualche
memoria in quel luogo al suo amorevole fratello, al quale si conosce
obligatissimo.

Ora perché di sopra si è fatto menzione di Iacopo Barozzi da Vignuola e
detto che secondo l'ordine et architettura di lui ha fatto l'illustrissimo
cardinal Farnese il suo ricchissimo e reale villaggio di Caprarola, dico che

Iacopo Barozzi da Vignuola, pittore et architetto bolognese, che oggi ha 58
anni, nella sua puerizia e gioventù fu messo all'arte della pittura in
Bologna, ma non fece molto frutto, perché non ebbe buono indirizzo da
principio, et anco, per dire il vero, egli aveva da natura molto più

inclinazione alle cose d'architettura che alla pittura, come infine allora si
vedeva apertamente ne' suoi disegni et in quelle poche opere che fece di
pittura, imperò che sempre si vedeva in quella cose d'architettura e
prospettiva, e fu in lui così forte e potente questa inclinazione di natura,

che si può dire ch'egli imparasse quasi da se stesso i primi principii e le
cose più difficili ottimamente in breve tempo, et onde si videro di sua
mano, quasi prima che fosse conosciuto, belle e capricciose fantasie di varii
disegni, fatti per la più parte a requisizione di Messer Francesco

Guicciardini allora governatore di Bologna, e d'alcuni altri amici suoi, i quali
disegni furno poi messi in opera di legni commessi e tinti a uso di tarsie da
fra' Damiano da Bergamo, dell'Ordine di San Domenico in Bologna. Andato
poi esso Vignola a Roma per attendere alla pittura e cavare di quella onde

potesse aiutare la sua povera famiglia, si trattenne da principio in
Belvedere con Iacopo Melighini ferrarese, architettore di papa Paolo Terzo,
disegnando per lui alcune cose di architettura; ma dopo, essendo allora in
Roma un'accademia di nobilissimi gentiluomini e signori, che attendevano

alla lezione di Vitruvio, fra' quali era Messer Marcello Cervini, che fu poi
papa, monsignor Maffei, Messer Alessandro Manzuoli et altri, si diede il
Vignuola per servizio loro a misurare interamente tutte l'anticaglie di Roma
et a fare alcune cose secondo i loro capricci, la qual cosa gli fu di

grandissimo giovamento nell'imparare e nell'utile parimente.

Intanto, essendo venuto a Roma Francesco Primaticcio, pittore bolognese,
del quale si parlerà in altro luogo, si servì molto del Vignuola in formare
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