Page 1362 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1362





gran stella, la quale fosse quella di Venere, perché Venere e Fosforo et
Espero e Crepuscolo pare che si tenga per una cosa medesima. E da
questa in fuori, di verso l'Aurora, fate che tutte le minori stelle siano
sparite, et avendo infin qui ripieno tutto il di dentro della camera, così di

sopra nell'ovato, come nelli lati e nelle facciate, resta che venghiamo al
didentro, che sono nella volta i quattro peducci, e cominciando da quello
che è sopra 'l letto, che viene a essere tra la facciata sinistra e quella da'
piè, faccisi il Sonno, e per figurare lui bisogna prima figurare la sua casa.

Ovidio la pone in Lenno e ne' Cimerii, Omero nel mare Egeo, Stazio
appresso alli Etiopi, l'Ariosto nell'Arabia; dovunque si sia, basta che si finga
un monte, qual se ne può imaginare uno, dove siano sempre tenebre e non
mai sole; a' piè di esso una concavità profonda, per dove passi un'acqua

come morta, per mostrare che non mormori, e sia di color fosco, perciò che
la fanno un ramo di Lete; dentro questa concavità sia un letto, il quale
fingendo d'essere d'ebano, sarà di color nero e di neri panni si cuopra. In
questo sia collocato il Sonno, un giovane di tutta bellezza, perché

bellissimo e placidissimo lo fanno, ignudo secondo alcuni, e secondo alcuni
altri vestito di due vesti, una bianca di sopra, l'altra nera di sotto, con l'ali
in sugl'omeri, e secondo Stazio ancora nella cima del capo. Tenga sotto il
braccio un corno, che mostri rovesciare sopra 'l letto un liquore livido per

denotare oblivione, ancora che altri lo facciano pieno di frutti; in una mano
abbi la verga, nell'altra tre vesciche di papavero; dorma come infermo, col
capo e con le membra languide e come abandonato nel dormire; d'intorno
al suo letto si vegga Morfeo, Icalo e Fantaso e gran quantità di Sogni, che

tutti questi sono suoi figliuoli. I Sogni siano certe figurette alate di
bell'aspetto, altre di brutto, come quelli che parte dilettano e spaventano;
abbiano l'ali ancor essi et i piedi storti come instabili et incerti, che se ne
volino e si girino intorno a lui, facendo come una rappresentazione con

trasformarsi in cose possibili et impossibili. Morfeo è chiamato da Ovidio
artefice e fingitore di figure, e però lo farei in atto di figurare maschere di
variati mostacci, ponendone alcune di esse a' piedi; Icalo dicano che si
trasforma esso stesso in più forme, e questo figurerei per modo, che nel

tutto paresse uomo et avesse parti di fiera, di uccello, di serpente come
Ovidio medesimo lo descrive; Fantaso vogliano che si trasmuti in diverse
cose insensate, e questo si puole rappresentare ancora, con le parole di
Ovidio, parte di sasso, parte d'acqua, parte di legno. Fingasi che in questo

luogo siano due porte, una di avorio onde escano i sogni falsi, et una di
corno onde escano i veri, et i veri sieno coloriti più distinti, più lucidi e
meglio fatti; i falsi, confusi, foschi et imperfetti.

Nell'altro peduccio, tra la facciata da' piè et a man destra, farete Brinto,
dea de' vaticinii et interpretante de' sogni. Di questa non truovo l'abito, ma
   1357   1358   1359   1360   1361   1362   1363   1364   1365   1366   1367