Page 1365 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1365
molte figure, che si stanno nelle selve per fuggire la conversazione, le quali
alcun'altre cercano di disturbare tirando loro sassi, mentre alcuni si cavano
gl'occhi per non vedere. In questa medesimamente è dipinto Carlo V
imperatore, ritratto di naturale, con questa inscrizione: POST INNUMEROS
LABORES OCIOSAM QUIETAMQUE VITAM TRADUXIT. Dirimpetto a Carlo è il
ritratto del Gran Turco ultimo, che molto si dilettò della solitudine, con
queste parole: ANIMUM A NEGOCIO AD OCIUM REVOCAVIT. Appresso vi è
Aristotile, che ha sotto queste parole: ANIMA FIT, SEDENDO ET
QUIESCENDO, PRUDENTIOR. All'incontro a questo, sotto un'altra figura di
mano di Taddeo, è scritto così: QUAE AD MODUM NEGOCII, SIC ET OCII
RATIO HABENDA: sotto un'altra si legge: OCIUM CUM DIGNITATE,
NEGOCIUM SINE PERICULO, e dirimpetto a questa sotto un'altra figura è
questo motto: VIRTUTIS ET LIBERAE VITAE MAGISTRA OPTIMA SOLITUDO:
sotto un'altra: PLUS AGUNT QUI NIHIL AGERE VIDENTUR, e sotto l'ultima:
QUI AGIT PLURIMA, PLURIMUM PECCAT. E per dirlo brevemente, è questa
stanza ornatissima di belle figure e ricchissima anch'ella di stucchi e d'oro.
Ma tornando al Vignuola, quanto egli sia eccellente nelle cose
d'architettura, l'opere sue stesse che ha scritte e publicate, e va tuttavia
scrivendo, oltre le fabriche maravigliose ne fanno pienissima fede, e noi
nella vita di Michelagnolo ne diremo a quel proposito quanto occorrerà.
Taddeo, oltre alle dette cose, ne fece molte altre delle quali non accade far
menzione, ma in particolare una cappella nella chiesa degl'orefici in strada
Giulia, una facciata di chiaro scuro da S. Ieronimo e la cappella dell'altare
maggiore in Santa Sabina; e Federigo suo fratello, dove in S. Lorenzo in
Damaso è la cappella di quel Santo tutta lavorata di stucco, fa nella tavola
San Lorenzo in sulla graticola et il Paradiso aperto, la quale tavola si
aspetta debba riuscire opera bellissima. E per non lasciare indietro alcuna
cosa, la quale essere possa di utile, piacere o giovamento a chi leggerà
questa nostra fatica, alle cose dette aggiugnerò ancora questa: mentre
Taddeo lavorava, come s'è detto, nella vigna di papa Giulio, e la facciata di
Matiolo delle Poste, fece a monsignore Innocenzio, illustrissimo e
reverendissimo cardinale di Monte, due quadretti di pittura, non molto
grandi; uno de' quali che è assai bello (avendo l'altro donato) è oggi nella
salvaroba di detto cardinale in compagnia d'una infinità di cose antiche e
moderne, veramente rarissime, in fra le quali non tacerò che è un quadro
di pittura capricciosissimo quanto altra cosa di cui si sia fatto infin qui
menzione. In questo quadro, dico, che è alto circa due braccia e mezzo,
non si vede, da chi lo guarda in prospettiva et alla sua veduta ordinaria,
altro che alcune lettere in campo incarnato, e nel mezzo la luna, che
secondo le righe dello scritto va di mano in mano crescendo e diminuendo,
e nondimeno, andando sotto il quadro e guardando in una sfera, o vero