Page 1369 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Mercurio, e Venere in seconda, nella casa di Giove, con aspetto benigno
ricevuto, il che mostrava che si doveva vedere ne' fatti di costui, per arte di
mano e d'ingegno, opere maravigliose e stupende. Finito l'uffizio della
podesteria, Lodovico se ne tornò a Fiorenza, e nella villa di Settignano,
vicino alla città tre miglia, dove egli aveva un podere de' suoi passati (il
qual luogo è copioso di sassi e per tutto pieno di cave di macigni, che son
lavorati di continovo da scarpellini e scultori, che nascono in quel luogo la
maggior parte), fu dato da Lodovico Michelagnolo a balia in quella villa alla
moglie d'uno scarpellino. Onde Michelagnolo ragionando col Vasari una
volta per ischerzo disse: "Giorgio, si' ho nulla di buono nell'ingegno, egli è
venuto dal nascere nella sottilità dell'aria del vostro paese d'Arezzo, così
come anche tirai dal latte della mia balia gli scarpegli e 'l mazzuolo con che
io fo le figure".
Crebbe col tempo in figliuoli assai Lodovico, et essendo male agiato e con
poche entrate, andò accomodando all'Arte della Lana e Seta i figliuoli, e
Michelagnolo, che era già cresciuto, fu posto con maestro Francesco da
Urbino alla scuola di gramatica; e perché l'ingegno suo lo tirava al dilettarsi
del disegno, tutto il tempo che poteva mettere di nascoso lo consumava
nel disegnare, essendo per ciò e dal padre e da' suoi maggiori gridato e tal
volta battuto, stimando forse che lo attendere a quella virtù non conosciuta
da loro, fussi cosa bassa e non degna della antica casa loro. Aveva in
questo tempo preso Michelagnolo amicizia con Francesco Granacci, il quale
anche egli giovane si era posto appresso a Domenico del Grillandaio per
imparare l'arte della pittura, là dove amando il Granacci Michelagnolo e
vedutolo molto atto al disegno, lo serviva giornalmente de' disegni del
Grillandaio, il quale era allora reputato non solo in Fiorenza, ma per tutta
Italia de' migliori maestri che ci fussero. Per lo che crescendo giornalmente
più il desiderio di fare a Michelagnolo, e Lodovico non potento diviare che il
giovane al disegno non attendesse, e che non ci era rimedio, si risolvé, per
cavarne qualche frutto e perché egli imparasse quella virtù, consigliato da
amici, di acconciarlo con Domenico Grillandaio.
Aveva Michelagnolo, quando si acconciò all'arte con Domenico, quattordici
anni, e perché chi ha scritto la vita sua dopo l'anno 1550, che io scrissi
queste vite la prima volta, dicendo che alcuni, per non averlo praticato,
n'han detto cose che mai non furono e lassatone di molte che son degne
d'essere notate, e particularmente tocco questo passo tassando Domenico
d'invidiosetto, né che porgessi mai aiuto alcuno a Michelagnolo, il che si
vidde essere falso, potendosi vedere per una scritta di mano di Lodovico
padre di Michelagnolo scritto sopra i libri di Domenico, il qual libro è
appresso oggi agli eredi suoi che dice così: "1488. Ricordo questo dì primo
d'aprile, come io Lodovico di Lionardo di Buonarota acconcio Michelagnolo