Page 1371 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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molti anni. E ciò era che tutto il sapere e potere della grazia era nella
natura essercitata dallo studio e dall'arte, per che in Michelagnolo faceva
ogni dì frutti più divini, come apertamente cominciò a dimostrarsi nel
ritratto che e' fece d'una carta di Martino tedesco stampata, che gli dette

nome grandissimo. Imperò che, essendo venuta allora in Firenze una storia
del detto Martino, quando i diavoli battano Santo Antonio, stampata in
rame, Michelagnolo la ritrasse di penna di maniera, che non era
conosciuta, e quella medesima con i colori dipinse; dove per contrafare

alcune strane forme di diavoli, andava a comperare pesci che avevano
scaglie bizzarre di colori, e quivi dimostrò in questa cosa tanto valore, che
e' ne acquistò e credito e nome. Contrafece ancora carte di mano di varii
maestri vecchi tanto simili, che non si conoscevano, perché tignendole et

invecchiandole col fumo e con varie cose, in modo le insudiciava, che elle
parevano vecchie, e paragonatole con la propria non si conosceva l'una
dall'altra; né lo faceva per altro se non per avere le proprie di mano di
coloro, col darli le ritratte, che egli per l'eccellenza dell'arte amirava e

cercava di passargli nel fare, onde n'acquistò grandissimo nome.
Teneva in quel tempo il magnifico Lorenzo de' Medici nel suo giardino in

sulla piazza di S. Marco Bertoldo scultore, non tanto per custode o
guardiano di molte belle anticaglie, che in quello aveva ragunate e raccolte
con grande spesa, quanto perché desiderando egli sommamente di creare
una scuola di pittori e di scultori eccellenti, voleva che elli avessero per

guida e per capo il sopra detto Bertoldo, che era discepolo di Donato. Et
ancora che e' fusse sì vecchio che non potesse più operare, era
nientedimanco maestro molto pratico e molto reputato, non solo per avere
diligentissimamente rinettato il getto de' pergami di Donato suo maestro,

ma per molti getti ancora che egli aveva fatti di bronzo di battaglie e di
alcune altre cose piccole, nel magisterio delle quali non si trovava allora in
Firenze chi lo avanzasse. Dolendosi adunque Lorenzo, che amor
grandissimo portava alla pittura et alla scultura, che ne' suoi tempi non si

trovassero scultori celebrati e nobili, come si trovavano molti pittori di
grandissimo pregio e fama, deliberò, come io dissi, di fare una scuola; e
per questo chiese a Domenico Ghirlandai, che se in bottega sua avesse de'
suoi giovani che inclinati fussero a ciò, l'inviasse al giardino, dove egli

desiderava di essercitargli e creargli in una maniera che onorasse sé e lui e
la città sua. Laonde da Domenico gli furono per ottimi giovani dati fra gli
altri Michelagnolo e Francesco Granaccio; per il che andando eglino al
giardino, vi trovarono che il Torrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di

terra certe figure tonde che da Bertoldo gli erano state date. Michelagnolo,
vedendo questo, per emulazione alcune ne fece; dove Lorenzo vedendo sì
bello spirito lo tenne sempre in molta aspettazione, et egli inanimito dopo
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