Page 1407 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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loro accennando, tutte le raccoglie:
batte col remo qualunque si adagia.
Né si può imaginare quanto di varietà sia nelle teste di que' diavoli, mostri
veramente d'inferno. Nei peccatori si conosce il peccato e la tema insieme
del danno eterno. Et oltra a ogni bellezza straordinaria è il vedere tanta
opera sì unitamente dipinta e condotta, che ella pare fatta in un giorno e
con quella fine che mai minio nissuno si condusse talmente; e nel vero la
moltitudine delle figure, la terribilità e grandezza dell'opera è tale, che non
si può descrivere, essendo piena di tutti i possibili umani affetti et
avendogli tutti maravigliosamente espressi: avvenga che i superbi, gli
invidiosi, gli avari, i lussuriosi e gli altri così fatti si riconoschino
agevolmente da ogni bello spirito, per avere osservato ogni decoro, sì
d'aria, sì d'attitudini e sì d'ogni altra naturale circostanzia nel figurarli; cosa
che, se bene è maravigliosa e grande, non è stata impossibile a questo
uomo, per essere stato sempre accorto e savio et avere visto uomini assai
et acquistato quella cognizione con la pratica del mondo, che fanno i
filosofi con la speculazione e per gli scritti. Talché chi giudicioso e nella
pittura intendente si trova, vede la terribilità dell'arte, et in quelle figure
scorge i pensieri e gli affetti, i quali mai per altro che per lui non furono
dipinti; così vede ancora quivi come si fa il variare delle tante attitudini
negli strani e diversi gesti di giovani, vecchi, maschi, femine: nei quali a chi
non si mostra il terrore dell'arte insieme con quella grazia che egli aveva
dalla natura? Per che fa scuotere i cuori di tutti quegli che non son saputi,
come di quegli che sanno in tal mestiero. Vi sono gli scorti che paiono di
rilievo, e con la unione, la morbidezza e la finezza nelle parti delle dolcezze
da lui dipinte mostrano veramente come hanno da essere le pitture fatte
da' buoni e veri pittori; e vedesi nei contorni delle cose girate da lui, per
una via che da altri che da lui non potrebbono essere fatte, il vero giudizio
e la vera dannazione e ressurressione. E questo, nell'arte nostra, è quello
essempio e quella gran pittura mandata da Dio agli uomini in terra, acciò
che veggano come il fato fa quando gli intelletti dal supremo grado in terra
descendono et hanno in essi infusa la grazia e la divinità del sapere.
Questa opera mena prigioni legati quegli che di sapere l'arte si
persuadono, e nel vedere i segni da lui tirati ne' contorni di che cosa essa
si sia, trema e teme ogni terribile spirito sia quanto si voglia carico di
disegno. E mentre che si guardano le fatiche dell'opera sua, i sensi si
stordiscono solo a pensare che cosa possono essere le altre pitture fatte e
che si faranno, poste a tal paragone. Età veramente felice chiamar si puote
e felicità della memoria di chi ha visto veramente stupenda maraviglia del