Page 1402 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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le facciate della cappella di Sisto, dove egli aveva dipinto la volta a Giulio
II, suo nipote; nelle quali facciate voleva Clemente che nella principale
dove è l'altare vi si dipignessi il Giudizio Universale, acciò potessi mostrare
in quella storia tutto quello che l'arte del disegno poteva fare; e nell'altra

dirimpetto sopra la porta principale gli aveva ordinato che vi facessi
quando per la sua superbia Lucifero fu dal Cielo cacciato e precipitati
insieme nel centro dello inferno tutti quegli Angeli che peccarono con lui.
Delle quali invenzioni molti anni innanzi s'è trovato che aveva fatto schizzi

Michelagnolo e varii disegni, un de' quali poi fu posto in opera nella chiesa
della Trinità di Roma da un pittore ciciliano, il quale stette molti mesi con
Michelagnolo a servirlo e macinar colori. Questa opera è nella croce della
chiesa alla cappella di San Gregorio dipinta a fresco, che ancora che sia

mal condotta, si vede un certo che di terribile e di vario nelle attitudini e
groppi di quegli ignudi che piovono dal cielo e de' cascati nel centro della
terra conversi in diverse forme di diavoli molto spaventate e bizzarre, et è
certo capricciosa fantasia. Mentre che Michelagnolo dava ordine a far

questi disegni e cartoni della prima facciata del Giudizio, non restava
giornalmente essere alle mani con gli agenti del duca d'Urbino, dai quali
era incaricato aver ricevuto da Giulio II sedicimila scudi per la sepoltura, e
non poteva soportare questo carico; e desiderava finirla un giorno

quantunque e' fussi già vecchio, e volentieri se ne sarebbe stato a Roma,
poiché senza cercarla gli era venuta questa occasione per non tornare più a
Fiorenza, avendo molta paura del duca Alessandro de' Medici, il quale
pensava gli fusse poco amico; per che avendogli fatto intendere per il

signor Alessandro Vitegli che dovessi vedere dove fussi miglior sito per fare
il castello e cittadella di Fiorenza, rispose non vi volere andare se non gli
era comandato da papa Clemente.

Finalmente fu fatto lo accordo di questa sepoltura, e che così finissi in
questo modo: che non si facessi più la sepoltura isolata in forma quadra,
ma solamente una di quelle facce sole in quel modo che piaceva a

Michelagnolo, e che fussi obligato a metterci di sua mano sei statue, et in
questo contratto che si fece col duca d'Urbino concesse sua eccellenzia che
Michelagnolo fussi obligato a papa Clemente quattro mesi dell'anno o a
Fiorenza, o dove più gli paresse adoperarlo; et ancora che paressi a

Michelagnolo d'esser quietato, non finì per questo; perché desiderando
Clemente di vedere l'ultima pruova delle forze della sua virtù, lo faceva
attendere al cartone del Giudizio. Ma egli mostrando al Papa di essere
occupato in quello, non restava però con ogni poter suo, e segretamente

lavorava sopra le statue che andavano a detta sepoltura. Successe l'anno
1533 la morte di papa Clemente, dove a Fiorenza si fermò l'opera della
sagrestia e libreria, la quale con tanto studio cercando si finisse, pure
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