Page 1397 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fortificar la città, e finalmente il poggio di S. Miniato cinse di bastioni, i
quali non colle piote di terra faceva e legnami e stipe alla grossa, come
s'usa ordinariamente, ma armadure di sotto intessute di castagni e quercie
e di altre buone maniere, et in cambio di piote prese mattoni crudi fatti con

capechio e sterco di bestie, spianati con somma diligenza: e perciò fu
mandato dalla Signoria di Firenze a Ferrara a vedere le fortificazioni del
duca Afonso Primo, e così le sue artiglierie e munizioni; ove ricevé molte
cortesie da quel signore, che lo pregò che gli facessi a comodo suo qualche

cosa di sua mano, che tutto gli promesse Michelagnolo; il quale tornato
andava del continuo anco fortificando la città, e benché avessi questi
impedimenti lavorava nondimeno un quadro d'una Leda per quel Duca,
colorito a tempera di sua mano, che fu cosa divina, come si dirà a suo

luogo, e le statue per le sepolture di San Lorenzo segretamente. Stette
Michelagnolo ancora in questo tempo sul monte di San Miniato forse sei
mesi per sollecitare quella fortificazione del monte, perché se 'l nemico se
ne fussi impadronito era perduta la città, e così con ogni sua diligenza

seguitava queste imprese. Et in questo tempo seguitò in detta sagrestia
l'opera; che di quella restarono parte finite e parte no sette statue, nelle
quali con le invenzioni dell'architettura delle sepolture è forza confessare
che egli abbia avanzato ogni uomo in queste tre professioni. Di che ne

rendono ancora testimonio quelle statue, che da lui furono abozzate e
finite di marmo che in tal luogo si veggono: l'una è la Nostra Donna, la
quale nella sua attitudine sedendo manda la gamba ritta adosso alla
manca con posar ginocchio sopra ginocchio, et il Putto inforcando le cosce

in su quella che è più alta, si storce con attitudine bellissima in verso la
madre chiedendo il latte, et ella con tenerlo con una mano e con l'altra
apogiandosi si piega per dargliene. Ancora che non siano finite le parti sue,
si conosce nell'essere rimasta abozzata e gradinata nella imperfezione

della bozza la perfezzione dell'opera. Ma molto più fece stupire ciascuno
che considerando nel fare le sepolture del duca Giuliano e del duca Lorenzo
de' Medici egli pensassi che non solo la terra fussi per la grandezza loro
bastante a dar loro onorata sepoltura, ma volse che tutte le parti del

mondo vi fossero, e che gli mettessero in mezzo e coprissero il lor sepolcro
quattro statue: a uno pose la Notte et il Giorno, a l'altro l'Aurora et il
Crepuscolo; le quali statue sono con bellissime forme di attitudini et
artificio di muscoli lavorate, bastanti, se l'arte perduta fosse, a ritornarla

nella pristina luce. Vi son fra l'altre statue que' due capitani armati, l'uno il
pensoso duca Lorenzo, nel sembiante della saviezza con bellissime gambe
talmente fatte che occhio non può veder meglio, l'altro è il duca Giuliano sì
fiero con una testa e gola con incassatura di occhi, profilo di naso,

sfenditura di bocca e capegli sì divini, mani, braccia, ginocchia e piedi; et
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