Page 1399 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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come s'è detto. Conciò sia che avendo egli prestato a quella republica mille
scudi e trovandosi de' Nove della milizia ufizio deputato sopra la guerra,
volse tutto il pensiero e lo animo suo a dar perfezione a quelle
fortificazioni, et avendola stretta finalmente l'esercito intorno, et a poco a

poco mancata la speranza degli aiuti e cresciute le dificultà del mantenersi,
e parendogli di trovarsi a strano partito, per sicurtà della persona sua si
deliberò partire di Firenze et andarsene a Vinezia senza farsi conoscere per
la strada a nessuno. Partì dunque segretamente per la via del monte di

San Miniato che nessuno il seppe, menandone seco Antonio Mini suo creato
e 'l Piloto orefice amico suo fedele, e con essi portarono sul dosso uno
imbottito per uno di scudi ne' giubboni. Et a Ferrara condotti, riposandosi,
avvenne che per gli sospetti della guerra e per la lega dello imperatore e

del Papa, che erano intorno a Fiorenza, il duca Alfonso da Este teneva
ordini in Ferrara e voleva sapere secretamente dagli osti che alloggiavano,
i nomi di tutti coloro che ogni dì alloggiavano, e la listra de' forestieri di che
nazione si fossero ogni dì si faceva portare. Avvenne dunque che essendo

Michelagnolo quivi con animo di non esser conosciuto, e con li suoi
scavalcato, fu ciò per questa via noto al Duca, che se ne rallegrò per esser
divenuto amico suo. Era quel principe di grande animo e mentre che visse
si dilettò continuamente della virtù. Mandò subito alcuni de' primi della sua

corte che per parte di sua eccellenza in palazzo e dove era il Duca lo
conducessero, et i cavalli et ogni sua cosa levassero e bonissimo
alloggiamento in palazzo gli dessero. Michelagnolo trovandosi in forza
altrui, fu constretto ubidire, e quel che vender non poteva, donare, et al

Duca con coloro andò senza levare le robe dell'osteria. Per che fattogli il
Duca accoglienze grandissime e doltosi della sua salvatichezza, et apresso
fattogli di ricchi et onorevoli doni, volse con buona provisione in Ferrara
fermarlo. Ma egli non avendo a ciò l'animo intento, non vi volle restare; e

pregatolo almeno che mentre la guerra durava non si partisse, il Duca di
nuovo gli fece offerte di tutto quello che era in poter suo. Onde
Michelagnolo, non volendo esser vinto di cortesia, lo ringraziò molto, e
voltandosi verso i suoi due disse che aveva portato in Ferrara dodicimila

scudi, e che se gli bisognava erano al piacer suo insieme con esso lui. Il
Duca lo menò a spasso come aveva fatto altra volta per il palazzo, e quivi
gli mostrò ciò che aveva di bello fino a un suo ritratto di mano di Tiziano, il
quale fu da lui molto commendato. Né però lo poté mai fermare in palazzo,

perché egli alla osteria volse ritornare, onde l'oste che l'alloggiava ebbe
sotto mano dal Duca infinite cose da fargli onore e commissione alla
partita sua di non pigliare nulla del suo alloggio. Indi si condusse a Vinegia,
dove desiderando di conoscerlo molti gentiluomini, egli che sempre ebbe

poca fantasia che di tale esercizio s'intendessero, si partì di Giudecca, dove
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