Page 1394 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di parere e disegno e che dovesse essere egli il capo di questa opera. Dove
Michelagnolo fé tutta quella resistenza che potette allegando essere
obligato per la sepoltura [a] Santiquattro et Aginense; gli rispose che non
pensassi a questo che già aveva pensato egli et operato che Michelagnolo
fussi licenziato da loro, promettendo che Michelagnolo lavorerebbe a
Fiorenza, come già aveva cominciato, le figure per detta sepoltura; che
tutto fu con dispiacere de' cardinali e di Michelagnolo che si partì
piangendo.
Onde vari et infiniti furono i ragionamenti che circa ciò seguirono; perché
tale opera della facciata averebbono voluto compartire in più persone, e
per l'architettura concorsero molti artefici a Roma al Papa, e fecero disegni
Baccio d'Agnolo, Antonio da San Gallo, Andrea et Iacopo Sansovino, il
grazioso Raffaello da Urbino, il quale nella venuta del Papa fu poi condotto
a Fiorenza per tale effetto. Laonde Michelagnolo si risolse di fare un
modello, e non volere altro che lui in tal cosa, superiore o guida
dell'architettura. Ma questo non volere aiuto fu cagione che né egli né altri
operasse, e que' maestri disperati ai loro soliti esercizii si ritornassero. E
Michelagnolo andando a Carrara [passò da Fiorenza] con una comissione
che da Iacopo Salviati gli fussino pagati mille scudi; ma essendo nella
giunta sua serrato Iacopo in camera per faccende con alcuni cittadini,
Michelagnolo non volle aspettare l'udienza, ma si partì senza far motto e
subito andò a Carrara. Intese Iacopo dello arrivo di Michelagnolo, e non lo
trovando in Fiorenza gli mandò i mille scudi a Carrara. Voleva il mandato
che gli facesse la ricevuta, al quale disse che erano per la spesa del Papa e
non per interesso suo, che gli riportasse che non usava far quitanza, né
riceute per altri; onde per tema colui ritornò senza a Iacopo.
Mentre che egli era a Carrara e che e' faceva cavar marmi, non meno per
la sepoltura di Giulio che per la facciata, pensando pur di finirla, gli fu
scritto che avendo inteso papa Leone che nelle montagne di Pietrasanta a
Seravezza sul dominio fiorentino, nella altezza del più alto monte chiamato
l'Altissimo, erano marmi della medesima bontà e bellezza che quelli di
Carrara, e già lo sapeva Michelagnolo, ma pareva che non ci volesse
attendere per essere amico del marchese Alberigo signore di Carrara, e per
fargli beneficio volessi più tosto cavare de' carraresi che di quegli di
Seravezza, o fusse che egli la giudicasse cosa lunga e da perdervi molto
tempo, come intervenne; ma pure fu forzato andare a Seravezza, se bene
allegava in contrario che ciò fussi di più disagio e spesa, come era,
massimamente nel suo principio, e di più che non era forse così. Ma, in
effetto, non volse udirne parola, però convenne fare una strada di parecchi
miglia per le montagne, e per forza di mazze e picconi rompere massi per
ispianare e con palafitta ne' luoghi paludosi, ove spese molti anni