Page 1395 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Michelagnolo per esseguire la volontà del Papa, e vi si cavò finalmente
cinque colonne di giusta grandezza, che una n'è sopra la piazza di San
Lorenzo in Fiorenza, l'altre sono alla marina. E per questa cagione il
marchese Alberigo, che si vedde guasto l'aviamento, diventò poi gran
nemico di Michelagnolo senza sua colpa. Cavò oltre a queste colonne molti
marmi, che sono ancora in sulle cave stati più di trenta anni. Ma oggi il
duca Cosimo ha dato ordine di finire la strada, che ci è ancora dua miglia a
farsi, molto malagevole per condurre questi marmi, e di più da un'altra
cava eccellente per marmi che allora fu scoperta da Michelagnolo, per
poter finire molte belle imprese, e nel medesimo luogo di Seravezza ha
scoperto una montagna di mischii durissimi e molti begli sotto Stazema,
villa in quelle montagne, dove ha fatto fare il medesimo duca Cosimo una
strada siliciata di più di quattro miglia per condurli alla marina.
E tornando a Michelagnolo, che se ne tornò a Fiorenza perdendo molto
tempo ora in questa cosa et ora in quell'altra, et allora fece per il palazzo
de' Medici un modello delle finestre inginocchiate a quelle stanze che sono
sul canto dove Giovanni da Udine lavorò quella camera di stucco e dipinse,
che è cosa lodatissima, e fecevi fare, ma con suo ordine, dal Piloto orefice
quelle gelosie di rame straforato che son certo cosa mirabile. Consumò
Michelagnolo molti anni in cavar marmi; vero è che mentre si cavavano
fece modelli di cera et altre cose per l'Opera. Ma tanto si prolungò questa
impresa, che i danari del Papa assegnati a questo lavoro si consumarono
nella guerra di Lombardia, e l'opera per la morte di Leone rimase
imperfetta, per che altro non vi si fece che il fondamento dinanzi per
reggerla, e condussesi da Carrara una colonna grande di marmo su la
piazza di San Lorenzo. Spaventò la morte di Leone talmente gli artefici e le
arti et in Roma et in Fiorenza, che mentre che Adriano vi visse,
Michelagnolo s'attese in Fiorenza alla sepoltura di Giulio. Ma morto Adriano
e creato Clemente VII, il quale nelle arti della architettura, della scultura,
della pittura, fu non meno desideroso di lasciar fama che Leone e gli altri
suo' predecessori, in questo tempo, l'anno 1525, fu condotto Giorgio Vasari
fanciullo a Fiorenza dal cardinale di Cortona e messo a stare con
Michelagnolo a imparare l'arte. Ma essendo lui chiamato a Roma da papa
Clemente VII, perché gli aveva cominciato la libreria di San Lorenzo e la
sagrestia nuova per metter le sepolture di marmo de' suoi maggiori che
egli faceva, si risolvé che il Vasari andasse a stare con Andrea del Sarto
fino a che egli si spediva, et egli proprio venne a bottega di Andrea a
raccomandarlo.
Partì per Roma Michelagnolo in fretta, et infestato di nuovo da Francesco
Maria duca di Urbino nipote di papa Giulio, il quale si doleva di
Michelagnolo dicendo che aveva ricevuto sedici mila scudi per detta