Page 1400 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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era alloggiato, dove si dice che allora disegnò per quella città, pregato dal
doge Gritti, il ponte del Rialto, disegno rarissimo d'invenzione e
d'ornamento.
Fu richiamato Michelagnolo con gran preghi alla patria, e fortemente
raccomandatogli che non volessi abandonar l'impresa e mandatogli salvo
condotto, finalmente vinto dallo amore non senza pericolo della vita,
ritornò, et in quel mentre finì la Leda che faceva, come si disse,
dimandatali dal duca Alfonso, la quale fu portata poi in Francia per Anton
Mini suo creato. Et intanto rimediò al campanile di S. Miniato, torre che
offendeva stranamente il campo nimico con due pezzi di artiglieria, di che
voltosi a batterlo con cannoni grossi i bombardieri del campo l'avevon
quasi lacero e l'arebbono rovinato; onde Michelagnolo, con balle di lana e
gagliardi materassi sospesi con corde, lo armò di maniera, che gli è ancora
in piedi. Dicono ancora che nel tempo dell'assedio gli nacque occasione per
la voglia che prima aveva d'un sasso di marmo di nove braccia venuto da
Carrara, che per gara e concorrenza fra loro, papa Clemente lo aveva dato
a Baccio Bandinelli; ma per essere tal cosa nel publico, Michelagnolo la
chiese al gonfaloniere, et esso glielo diede che facesse il medesimo,
avendo già Baccio fatto il modello e levato di molta pietra per abozzarlo.
Onde fece Michelagnolo un modello, il quale fu tenuto maraviglioso e cosa
molto vaga, ma nel ritorno de' Medici fu restituito a Baccio. Fatto lo
accordo, Baccio Valori comessario del Papa ebbe comissione di far pigliare
e mettere al Bargello certi cittadini de' più parziali; e la corte medesima
cercò di Michelagnolo a casa, il quale dubitandone s'era fuggito
segretamente in casa d'un suo grande amico, ove stette molti giorni
nascosto, tanto che passato la furia, ricordandosi papa Clemente della virtù
di Michelagnolo, fé fare diligenza di trovarlo, con ordine che non se gli
dicessi niente, anzi, che se gli tornassi le solite provisioni, e che egli
attendessi all'Opera di S. Lorenzo mettendovi per proveditore Messer
Giovanbatista Figiovanni, antico servidore di casa Medici e priore di S.
Lorenzo. Dove assicurato Michelagnolo cominciò, per farsi amico Baccio
Valori, una figura di tre braccia di marmo che era uno Apollo che si cavava
del turcasso una freccia, e lo condusse presso al fine, il quale è oggi nella
camera del principe di Fiorenza, cosa rarissima, ancora che non sia finita
del tutto.
In questo tempo essendo mandato a Michelagnolo un gentiluomo del duca
Alfonso di Ferrara, che aveva inteso che gli aveva fatto qualcosa rara di
suo mano, per non perdere una gioia così fatta, arrivato che fu in Fiorenza
e trovatolo, gli presentò lettere di credenza da quel signore. Dove
Michelagnolo fattogli accoglienze, gli mostrò la Leda dipinta da lui che
abraccia il cigno, e Castore e Polluce che uscivano dell'uovo in certo quadro