Page 1413 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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si dovessi a quella dirittura fare un ponte che attraversassi il fiume del
Tevere, acciò si potessi andare da quel palazzo in Trastevere a un altro lor
giardino e palazzo, perché per la dirittura della porta principale che volta in
Campo di Fiore si vedessi a una ochiata il cortile, la fonte, strada Iulia et il

ponte e la bellezza dell'altro giardino, fino all'altra porta che riusciva nella
strada di Trastevere, cosa rara e degna di quel pontefice e della virtù,
giudizio e disegno di Michelagnolo.

E perché l'anno 1547 morì Bastiano Viniziano frate del Piombo, e
disegnando papa Paulo che quelle statue antiche per il suo palazzo si
restaurassino, Michelagnolo favorì volentieri Guglielmo dalla Porta scultore

milanese, il quale giovane di speranza dal sudetto fra' Bastiano era stato
raccomandato a Michelagnolo, che piaciutoli il far suo, lo messe innanzi a
papa Paulo per acconciare dette statue, e la cosa andò sì innanzi che gli
fece dare Michelagnolo l'ufizio del Piombo; che dato poi ordine al

restaurarle, come se ne vede ancora oggi in quel palazzo, dove fra'
Guglielmo [scordatosi] de' benefizii ricevuti, fu poi uno de' contrari a
Michelagnolo. Successe l'anno 1549 la morte di papa Paulo Terzo, dove
dopo la creazione di papa Giulio Terzo, il cardinale Farnese ordinò fare una

gran sepoltura a papa Paulo suo per le mani di fra' Guglielmo, il quale
avendo ordinato di metterla in San Piero sotto il primo arco della nuova
chiesa sotto la tribuna, che impediva il piano di quella chiesa e non era in
verità il luogo suo, e perché Michelagnolo consigliò giudiziosamente che là

non poteva né doveva stare, il frate gli prese odio credendo che lo facessi
per invidia, ma ben s'è poi accorto che gli diceva il vero e che il
mancamento è stato da lui che ha avuto la comodità e non l'ha finita, come
si dirà altrove, et io ne fo fede, avvenga che l'anno 1550 io fussi per ordine

di papa Giulio Terzo andato a Roma a servirlo, e volentieri per godermi
Michelagnolo, fui per tal consiglio adoperato; dove Michelagnolo
desiderava che tal sepoltura si mettessi in una delle nicchie dove è oggi la
colonna degli spiritati, che era il luogo suo, et io mi ero adoperato che

Giulio Terzo si risolveva, per conrispondenza di quella opera, far la sua
nell'altra nicchia col medesimo ordine che quella di papa Paulo; dove il
frate che la prese in contrario fu cagione che la sua non s'è mai poi finita e
che quella di quello altro Pontefice non si facessi, che tutto fu pronosticato

da Michelagnolo.
Voltossi papa Giulio a far fare quell'anno nella chiesa di San Piero a

Montorio una cappella di marmo con dua sepolture per Antonio cardinale
da' Monti suo zio e Messer Fabbiano, avo del Papa, primo principio della
grandezza di quella casa illustre. Della quale avendo il Vasari fatto disegni

e modelli, papa Giulio, che stimò sempre la virtù di Michelagnolo et amava
il Vasari, volse che Michelagnolo ne facessi il prezzo fra loro, et il Vasari
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