Page 1418 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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lui et al Vasari che 'l giorno seguente amendue fussino alla vigna Iulia; nel
qual luogo ebbe molti ragionamenti seco, che condussero quell'opera quasi
alla bellezza che ella è, né faceva né deliberava cosa nessuna di disegno
senza il parere e giudizio suo. Et in fra l'altre volse, perché egli ci andava

spesso col Vasari, stando Sua Santità intorno alla fonte dell'Acqua Vergine
con dodici cardinali, arrivato Michelagnolo volse (dico) il Papa per forza che
Michelagnolo gli sedessi allato, quantunque egli umilissimamente il
recusassi, onorando lui sempre, quanto è possibile, la virtù sua.

Fecegli fare un modello d'una facciata per un palazzo che Sua Santità
desiderava fare allato a San Rocco, volendosi servire del mausoleo di

Augusto per il resto della muraglia; che non si può vedere per disegno di
facciata, né il più vario, né il più ornato, né il più nuovo di maniera e di
ordine, avenga, come s'è visto in tutte le cose sue, che e' non s'è mai
voluto obligare a legge, o antica, o moderna di cose d'architettura, come

quegli che ha auto l'ingegno atto a trovare sempre cose nuove e varie e
non punto men belle. Questo modello è oggi appresso il duca Cosimo de'
Medici, che gli fu donato da papa Pio Quarto, quando gli andò a Roma, che
lo tiene fra le sue cose più care. Portò tanto rispetto questo Papa a

Michelagnolo, che del continuo prese la sua protezione contro a cardinali et
altri che cercavano calunniarlo, e volse che sempre per valenti e reputati
che fussino gli artefici andassino a trovarlo a casa, e gli ebbe tanto rispetto
e reverenza, che non si ardiva Sua Santità per non gli dare fastidio a

richiederlo di molte cose, che Michelagnolo ancor che fussi vecchio poteva
fare. Aveva Michelagnolo fino nel tempo di Paulo Terzo per suo ordine dato
principio a far rifondare il ponte Santa Maria di Roma, il quale per il corso
dell'acqua continuo e per l'antichità sua era indebolito e rovinava. Fu

ordinato da Michelagnolo per via di casse il rifondare e fare diligenti ripari
alle pile, e di già ne aveva condotto a fine una gran parte e fatto spese
grosse in legnami e trevertini a benefizio di quella opera, e venendosi nel
tempo di Giulio Terzo in congregazione coi cherici di camera in pratica di

dargli fine, fu proposto fra loro da Nanni di Baccio Bigio architetto, che con
poco tempo e somma di danari si sarebbe finito, allogando in cottimo a lui;
e con certo modo allegavano sotto spezie di bene per isgravar
Michelagnolo, perché era vecchio e che non se ne curava, e stando così la

cosa non se ne verrebbe mai a fine. Il Papa, che voleva poche brighe, non
pensando a quel che poteva nascere, diede autorità a' cherici di camera
che come cosa loro n'avessino cura, i quali lo dettono poi, senza che
Michelagnolo ne sapessi altro, con tutte quelle materie con patto libero a

Nanni; il quale non attese a quelle fortificazioni, come era necessario a
rifondarlo, ma lo scaricò di peso per vendere gran numero di trevertini di
che era rifiancato e solicato anticamente il ponte, che venivano a gravarlo
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