Page 1419 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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e facevanlo più forte e sicuro e più gagliardo, mettendovi in quel cambio
materia di ghiaie et altri getti, che non si vedeva alcun difetto di drento, e
di fuori vi fece sponde et altre cose, che a vederlo pareva rinovato tutto,
ma indebolito totalmente e tutto assottigliato. Seguì da poi cinque anni

dopo, che venendo la piena del diluvio l'anno 1557, egli rovinò di maniera,
che fece conoscere il poco giudizio de' cherici di camera, e 'l danno che
ricevé Roma per partirsi dal consiglio di Michelagnolo, il quale predisse
questa sua rovina molte volte a' suoi amici et a me, che mi ricordo

passandovi insieme a cavallo che mi diceva: "Giorgio, questo ponte ci
triema sotto; sollecitiamo il cavalcare, che non rovini in mentre ci siàn su".

Ma tornando al ragionamento di sopra, finito che fu l'opera di Montorio e
con molta mia satisfazione, io tornai a Fiorenza per servizio del duca
Cosimo, che fu l'anno 1554. Dolse a Michelagnolo la partita del Vasari e
parimente a Giorgio, avenga che ogni giorno que' suoi aversarii ora per una

via or per un'altra lo travagliavano: per il che non mancarono giornalmente
l'uno a l'altro scriversi, e l'anno medesimo d'aprile dandogli nuova il Vasari
che Lionardo nipote di Michelagnolo aveva avuto un figliuolo mastio, e con
onorato corteo di donne nobilissime l'avevano accompagnato al battesimo,

rinovando il nome del Buonaruoto, Michelagnolo rispose in una lettera al
Vasari queste parole:



Giorgio amico caro. Io ho preso grandissimo piacere della vostra, visto che
pur vi ricordate del povero vecchio, e più per esservi trovato al trionfo, che
mi scrivete d'aver visto rinascere un altro Buonaruoto, del quale aviso vi
ringrazio quanto so e posso; ma ben mi dispiace tal pompa, perché l'uomo
non dee ridere quando il mondo tutto piange. Però mi pare che Lionardo

non abbia a fare tanta festa d'uno che nasce, con quella allegrezza che s'ha
a serbare alla morte di chi è ben vissuto. Né vi maravigliate se non
rispondo subito: lo fo per non parere mercante. Ora io vi dico che per le

molte lode, che per detta mi date, se io ne meritassi sol una, mi parrebbe,
quando io mi vi detti in anima et in corpo, avervi dato qualcosa, et aver
sadisfatto a qualche minima parte di quel che io vi son debitore; dove vi
ricognosco ogni ora creditore di molte più che io non ho da pagare. E
perché son vecchio oramai non spero in questa, ma nell'altra vita potere

pareggiare il conto: però vi prego di pazienzia, e son vostro, e le cose di
qua stan pur così.



Aveva già nel tempo di Paulo Terzo mandato il duca Cosimo il Tribolo a
Roma per vedere se egli avesse potuto persuadere Michelagnolo a
ritornare a Fiorenza, per dar fine alla sagrestia di San Lorenzo. Ma
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