Page 143 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Andrea finalmente fece con molta sua lode da per sé e senza l'aiuto
d'Apollonio, nella detta tribuna sopra la banda della capella maggiore, il
Cristo che ancor oggi vi si vede, di braccia sette. Per le quali opere famoso
per tutta l'Italia divenuto, e nella patria sua eccellente reputato, meritò
d'essere onorato e premiato largamente. Fu veramente felicità grandissima
quella d'Andrea, nascer in tempo che goffamente operandosi, si stimasse
assai quello che pochissimo o più tosto nulla stimare si doveva. La qual
cosa medesima avvenne a fra Jacopo da Turrita dell'ordine di S. Francesco,
perché avendo fatto l'opere di musaico che sono nella scarsella dopo
l'altare di detto S. Giovanni, nonostante che fussero poco lodevoli, ne fu
con premii straordinarii remunerato, e poi come eccellente maestro
condotto a Roma, dove lavorò alcune cose nella capella dell'altar maggiore
di S. Giovanni Laterano, e in quella di S. Maria Maggiore. Poi, condotto a
Pisa, fece nella tribuna principale del Duomo colla medesima maniera che
aveva fatto l'altre cose sue, aiutato nondimeno da Andrea Tafi e da Gaddo
Gaddi, gl'Evangelisti et altre cose che vi sono, le quali poi furono finite da
Vicino, avendole egli lasciate poco meno che imperfette del tutto.
Furono dunque in pregio per qualche tempo l'opere di costoro: ma poi che
l'opere di Giotto furono, come si dirà al luogo suo, poste in paragone di
quelle d'Andrea, di Cimabue e degl'altri, conobbero i popoli in parte la
perfezione dell'arte, vedendo la differenza ch'era dalla maniera prima di
Cimabue a quella di Giotto nelle figure degl'uni e degl'altri, et in quelle che
fecero i discepoli et immitatori loro. Dal qual principio cercando di mano in
mano gl'altri di seguire l'orme de' maestri migliori, e sopravanzando l'un
l'altro felicemente più l'un giorno che l'altro, da tanta bassezza sono state
queste arti al colpo della loro perfezzione, come si vede, inalzate.
Visse Andrea anni ottantuno, e morì innanzi a Cimabue nel 1294. E per la
reputazione e onore che si guadagnò col musaico, per averlo egli prima
d'ogni altro arrecato et insegnato agl'uomini di Toscana in miglior maniera,
fu cagione che Gaddo Gaddi, Giotto e gl'altri fecero poi l'eccellentissime
opere di quel magisterio, che hanno acquistato loro fama e nome
perpetuo. Non mancò chi dopo la morte d'Andrea lo magnificasse con
questa iscrizzione:
Qui giace Andrea, ch'opre leggiadre e belle
fece in tutta Toscana, et ora è ito
a far vago lo regno delle stelle.
Fu discepolo d'Andrea Buonamico Buffalmacco, che gli fece, essendo