Page 141 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'ANDREA TAFI PITTORE FIORENTINO
Sì come recarono non piccola maraviglia le cose di Cimabue, avendo egli
dato all'arte della pittura migliore disegno e forma, agl'uomini di que'
tempi, avezzi a non veder se non cose fatte alla maniera greca, così l'opere
di musaico d'Andrea Tafi, che fu nei medesimi tempi, furono ammirate, et
egli perciò tenuto eccellente anzi divino, non pensando que' popoli, non usi
a veder altro, che in cotale arte meglio operar si potesse. Ma di vero, non
essendo egli il più valente uomo del mondo, considerato che il musaico per
la lunga vita era più che tutte l'altre pitture stimato, se n'andò da Firenze a
Vinezia, dove alcuni pittori greci lavoravano in S. Marco di musaico, e con
essi pigliando dimestichezza, con preghi, con danari e con promesse, operò
di maniera che a Firenze condusse maestro Apollonio pittore greco, il quale
gl'insegnò a cuocere i vetri del musaico e far lo stucco per commetterlo, et
in sua compagnia lavorò nella tribuna di S. Giovanni la parte di sopra dove
sono le Potestà, i Troni e le Dominazioni: nel qual luogo poi Andrea fatto
più dotto, fece, come si dirà di sotto, il Cristo che è sopra la banda della
capella maggiore.
Ma avendo fatto menzione di S. Giovanni, non passerò con silenzio che
quel tempio antico è tutto di fuori e di dentro lavorato di marmi d'opera
corinta, e che egli è non pure in tutte le sue parti misurato e condotto
perfettamente, e con tutte le sue proporzioni, ma benissimo ornato di
porte e di finestre, et accompagnato da due colonne di granito per faccia di
braccia undici l'una, per fare i tre vani, sopra i quali sono gl'architravi che
posano in su le dette colonne, per reggere tutta la machina della volta
doppia; la quale è dagl'architetti moderni come cosa singolare lodata; e
meritamente, perciò che ella ha mostrato il buono che già aveva in sé
quell'arte a Filippo di ser Brunellesco, a Donatello, et agl'altri maestri di
que' tempi; i quali impararono l'arte col mezzo di quell'opera e della chiesa
di S. Apostolo di Firenze; opera di tanta buona maniera che tira alla vera
bontà antica, avendo, come si è detto di sopra, tutte le colonne di pezzi
misurate e commesse con tanta diligenza, che si può molto imparare a
considerarle in tutte le sue parti. Ma per tacere molte cose che della buona
architettura di questa chiesa si potrebbono dire, dirò solamente che molto
si diviò da questo segno e da questo buon modo di fare, quando si rifece di
marmo la facciata della chiesa di S. Miniato sul Monte fuor di Firenze, per
la conversione del beato S. Giovanni Gualberto cittadino di Firenze, e
fondator della congregazione de' monaci di Vall'Ombrosa: perché quella e
molte altre opere che furono fatte poi, non furono punto in bontà a quelle
dette somiglianti. Il che medesimamente avvenne nelle cose della scultura,