Page 146 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Gaddo a Roma l'anno 1308, che fu l'anno dopo l'incendio che abbruciò la
chiesa e i palazzi di Laterano, da Clemente V al quale finì di musaico
alcune cose lasciate imperfette da fra Jacopo da Turrita.
Dopo lavorò nella chiesa di S. Piero, pur di musaico, alcune cose nella
capella maggiore e per la chiesa, ma particolarmente nella facciata dinanzi
un Dio Padre grande con molte figure; et aiutando a finire alcune storie che
sono nella facciata di S. Maria Maggiore di musaico, migliorò alquanto la
maniera, e si partì pur un poco da quella greca che non aveva in sé punto
di buono.
Poi ritornato in Toscana, lavorò nel Duomo vecchio fuor della città d'Arezzo
per i Tarlati, signori di Pietramala, alcune cose di musaico in una volta la
quale era tutta di spugne, e copriva la parte di mezzo di quel tempio: il
quale essendo troppo aggravato dalla volta antica di pietre, rovinò al
tempo del vescovo Gentile Urbinate, che la fece poi rifar tutta di mattoni.
Partito d'Arezzo, se n'andò Gaddo a Pisa, dove nel Duomo sopra la capella
dell'Incoronata fece nella nicchia una Nostra Donna che va in cielo, e di
sopra un Gesù Cristo che l'aspetta e le ha per suo seggio una ricca sedia
apparecchiata: la quale opera, secondo que' tempi, fu sì bene e con tanta
diligenza lavorata, ch'ella si è insino a oggi conservata benissimo.
Dopo ciò ritornò Gaddo a Firenze con animo di riposarsi; per che datosi a
fare piccole tavolette di musaico, ne condusse alcune di guscia d'uova con
diligenza e pacienza incredibile; come si può fra l'altro vedere in alcune,
che ancor oggi sono nel tempio di S. Giovanni di Firenze. Si legge anco che
ne fece due per il re Ruberto, ma non se ne sa altro. E questo basti aver
detto di Gaddo Gaddi, quanto alle cose di musaico.
Di pittura poi fece molte tavole, e fra l'altre quella che è in S. Maria Novella
nel tramezzo della chiesa alla capella dei Minerbetti, e molte altre che
furono in diversi luoghi di Toscana mandate. E così lavorando quando di
musaico e quando di pittura, fece nell'uno e nell'altro esercizio molte opere
ragionevoli, le quali lo mantennero sempre in buon credito e reputazione.
Io potrei qui distendermi più oltre in ragionare di Gaddo, ma perché le
maniere dei pittori di que' tempi non possono agl'artefici per lo più gran
giovamento arrecare, le passerò con silenzio, serbandomi a essere più
lungo nelle vite di coloro, che avendo migliorate l'arti, possono in qualche
parte giovare.
Visse Gaddo anni settantatré, e morì nel 1312 e fu in S. Croce da Taddeo
suo figliuolo onorevolmente sepelito. E sebbene ebbe altri figliuoli, Taddeo
solo, il quale fu alle fonti tenuto a battesimo da Giotto, attese alla pittura,
imparando primamente i principii da suo padre, e poi il rimanente da
Giotto. Fu discepolo di Gaddo, oltre a Taddeo suo figliuolo, come s'è detto,