Page 151 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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servisse il Danno dato del contado (così chiamano un dazio) per entrata
particolare di quell'opera; il che è durato sino a oggi e dura ancora.
Ora tornando a Margaritone, per quello che si vede nelle sue opere, quanto
alla pittura, egli fu il primo che considerasse quello che bisogna fare
quando si lavora in tavole di legno, perché stiano ferme nelle commettiture
e non mostrino aprendosi, poi che sono dipinte, fessure o squarti, avendo
egli usato di mettere sempre sopra le tavole per tutto una tela di panno
lino, apiccata con forte colla fatta con ritagli di cartapecora e bollita al
fuoco, e poi sopra detta tela dato di gesso, come in molte sue tavole e
d'altri si vede.
Lavorò ancora sopra il gesso stemperato con la medesima colla, fregi e
diademe di rilievo et altri ornamenti tondi; e fu egli inventore del modo di
dare di bolo e mettervi sopra l'oro in foglie e brunirlo. Le quali tutte cose,
non essendo mai prima state vedute, si veggiono in molte opere sue, e
particolarmente nella Pieve d'Arezzo in un dossale, dove sono storie di S.
Donato, e in S. Agnesa e in S. Niccolò della medesima città.
Lavorò finalmente molte opere nella sua patria che andarono fuori, parte
delle quali sono a Roma in S. Ianni et in S. Piero, e parte in Pisa in S.
Caterina, dove nel tramezzo della chiesa è appoggiata sopra un altare una
tavola dentrovi S. Caterina e molte storie in figure piccole della sua vita, et
in una tavoletta un S. Francesco con molte storie in campo d'oro. E nella
chiesa di sopra di S. Francesco d'Ascesi, è un Crucifisso di sua mano dipinto
alla greca, sopra un legno che attraversa la chiesa; le quali tutte opere
furono in gran pregio appresso i popoli di quell'età, sebbene oggi da noi
non sono stimate, se non come cose vecchie e buone quando l'arte non
era, come è oggi, nel suo colmo.
E perché attese Margaritone anco all'architettura, sebbene non ho fatto
menzione d'alcune cose fatte col suo disegno, perché non sono
d'importanza, non tacerò già, che egli, secondo ch'io truovo, fece il disegno
e modello del palazzo de' Governatori della città d'Ancona alla maniera
greca l'anno 1270, e, che è più, fece di scultura nella facciata principale
otto finestre, delle quali ha ciascuna nel vano del mezzo due colonne che a
mezzo sostengono due archi, sopra i quali ha ciascuna finestra una storia di
mezzo rilievo, che tiene dai detti piccioli archi insino al sommo della
finestra: una storia, dico, del Testamento Vecchio intagliata in una sorte di
pietra ch'è in quel paese. Sotto le dette finestre sono nella facciata alcune
lettere, che s'intendono più per discrezione, che perché siano o in buona
forma o rettamente scritte, nelle quali si legge il millesimo et al tempo di
chi fu fatta questa opera. Fu anco di mano del medesimo il disegno della
chiesa di S. Ciriaco d'Ancona.