Page 155 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Donna, et un grandissimo numero di figure piccole, et un coro di Angeli e di
Santi molto diligentemente lavorati. E perché in questa opera è scritto a
lettere d'oro il nome suo et il millesimo, gl'artefici che considereranno in
che tempo Giotto senza alcun lume della buona maniera diede principio al
buon modo di disegnare e di colorire, saranno forzati averlo in somma
venerazione.
Nella medesima chiesa di S. Croce sono ancora sopra il sepolcro di marmo
di Carlo Marzupini aretino un Crucifisso, una Nostra Donna, un S. Giovanni
e la Madalena a' piè della croce; e dall'altra banda della chiesa a punto
dirimpetto a questa, sopra la sepoltura di Lionardo aretino è una Nunziata
verso l'altar maggiore, la qual è stata da pittori moderni, - con poco
giudizio di chi ciò ha fatto fare -, ricolorita. Nel refettorio è, in un albero di
croce, istorie di S. Lodovico, e un cenacolo di mano del medesimo; e negli
armarii della sagrestia storie di figure piccole della vita di Cristo e di S.
Francesco.
Lavorò anco nella chiesa del Carmine alla cappella di S. Giovanni Batista
tutta la vita di quel Santo divisa in più quadri: e nel palazzo della Parte
Guelfa di Firenze, è di sua mano una storia della fede cristiana in fresco
dipinta perfettamente; et in essa è il ritratto di papa Clemente Quarto il
quale creò quel magistrato, donandogli l'arme sua, la qual egli ha tenuto
sempre e tiene ancora. Dopo queste cose, partendosi di Firenze per andare
a finir in Ascesi l'opere cominciate da Cimabue, nel passar per Arezzo
dipinse nella Pieve la capella di S. Francesco ch'è sopra il battesimo, e in
una colonna tonda vicino a un capitello corintio et antico e bellissimo, un S.
Francesco e un S. Domenico ritratti di naturale, e nel Duomo fuor d'Arezzo
una capelluccia, dentrovi la lapidazione di S. Stefano, con bel
componimento di figure.
Finite queste cose, si condusse in Ascesi città dell'Umbria, essendovi
chiamato da fra' Giovanni di Muro della Marca allora Generale de' frati di S.
Francesco, dove nella chiesa di sopra dipinse a fresco sotto il corridore che
attraversa le finestre, dai due lati della chiesa, trentadue storie della vita e
fatti di S. Francesco, cioè sedici per facciata, tanto perfettamente, che ne
acquistò grandissima fama. E nel vero, si vede in quell'opera gran varietà
non solamente nei gesti et attitudini di ciascuna figura, ma nella
composizione ancora di tutte le storie; senzaché fa bellissimo vedere la
diversità degli abiti di que' tempi, e certe imitazioni et oservazioni delle
cose della natura. E fra l'altre è bellissima una storia, dove uno assetato,
nel quale si vede vivo il desiderio dell'acque, bee stando chinato in terra a
una fonte, con grandissimo e veramente maraviglioso affetto, in tanto che
par quasi una persona viva che bea. Vi sono anco molte altre cose